Don Sergio Penazzato riposa tra le braccia del Padre

Le esequie sabato 17 febbraio alle ore 9.30 a Roncaglia (Pd)

Don Sergio Penazzato (16 agosto 1936 – 14 febbraio 2024)

 

Nella giornata del 14 febbraio 2024 è deceduto presso l’Opera della Provvidenza S. Antonio don Sergio Penazzato, all’età di 87 anni.

Don Sergio era nato a Vigonovo il 16 agosto 1936, quarto di sei figli (due maschi e quattro femmine). Papà Attilio, contadino, e mamma Alba avrebbero poi terminato i loro giorni terreni a Roncaglia, mentre don Sergio ne era parroco.

Ragazzino come tanti altri, in quinta elementare aveva iniziato ad alternare la scuola a qualche lavoretto: di pomeriggio si recava dagli “scarpari” di Vigonovo e, in cambio di qualche mancia, attaccava chiodini, puliva le botteghe. Dopo la quinta elementare, aveva cominciato a frequentare la scuola di avviamento agrario “Ettore Tito” a Dolo. Per lui, si profilava una vita a contatto con la terra. Eppure, «a metà del secondo anno della scuola di avviamento, avevo all’incirca 13 anni», raccontava don Sergio, «ho incontrato un sacerdote del mio paese: don Mario Zannoni. In un incontro con i ragazzi, quasi per scherzo, ha domandato: “Chi vuole farsi prete?”. Io ho alzato subito la mano». Proprio don Mario avrebbe poi aiutato il giovane Sergio a prepararsi agli esami di ammissione alla scuola media.

Il 13 ottobre del 1949 il futuro don Sergio entrò in Seminario minore, il Barcon di Thiene. La guerra era finita da poco e il boom economico sarebbe arrivato tempo dopo. Un gruppo di 45 ragazzi iniziava l’anno scolastico: 36 sarebbero diventati presbiteri. Don Sergio era uno studente sveglio, intelligente, vivace, sempre in vena di scherzi e incline al sano divertimento. Questo tratto lo avrebbe caratterizzato anche in seguito, quando si mostrava «simpatico custode del buon umore e della sana allegria», lasciando il segno di una «gioiosa dinamicità umana, amicale e pastorale».

Giunto come liceale al Seminario maggiore di Padova, poco prima della maturità, il giovane Sergio fu colpito da una malattia che lo costrinse a lasciare il Seminario per portarsi nella canonica di Roana, dove il parroco del tempo lo accolse con grande benevolenza, per il tempo delle cure a Mezzaselva, divenendogli maestro nell’umiltà, nella preghiera e nelle relazioni con le persone. Una volta tornato a Padova, don Sergio riprese gli studi, ma alternando lunghi periodi in famiglia, tanto che il cappellano del tempo e gli insegnanti del Seminario lo aiutarono nel percorso scolastico.

L’ordinazione presbiterale giunse il 7 luglio 1963. Don Sergio venne chiamato subito a esercitare il suo ministero per alcuni mesi nella nuova parrocchia di Galta, comunità appena sottratta a quella di Vigonovo, in aiuto al parroco ammalato. Per alcuni anni don Sergio esercitò, poi, l’incarico di cooperatore: dal 1966 fu a Dolo, dove seguì anche spiritualmente l’orfanotrofio del posto. Tra il 1964 e il 1966 fu a Bagnoli, in anni difficili per quanti lavoravano nelle campagne e manifestavano tutto il loro disagio per la situazione vissuta. A Bagnoli contribuì alla nascita della locale unione sportiva.

Dal 1966 al 1968 fu a Castelbaldo, all’estremo confine sud-occidentale della Diocesi di Padova, dove don Sergio costruì relazioni salde, nonostante il contesto paesano, facendovi nascere anche un dopo-scuola per i ragazzi. Per due anni fu poi inviato nella parrocchia cittadina di San Giuseppe, prima di essere nominato a Montà (1970), allora piccola parrocchia della periferia nord di Padova, dove un gruppo di giovani ebbe modo di crescere con lui, cadendo «ad uno ad uno nella sua rete fatta di accoglienza, mano tesa, ma mai molle, ascolto, esempio, misericordia». Quel giovane prete li avrebbe «presi, plasmati nella fede, lanciati verso il “prossimo”»: «non mancavano le sue parole, le sue esortazioni alla preghiera, il riferimento unico a Cristo». Da quell’esperienza sarebbero fiorite a Montà vocazioni laicali di spessore.

Con il 1972 giunge il primo incarico di parroco e fu a San Siro di Bagnoli, dove don Sergio rimase fino al 1979. Accanto alla canonica aggiunse il centro parrocchiale e una pista da pattinaggio, luogo di esperienza per tanti futuri atleti. Ma a San Siro don Sergio ricoprì anche il ruolo di cappellano militare, a servizio dell’80° gruppo I.T. dell’Aeronautica Militare che fungeva anche da base Nato con la presenza di un nutrito drappello di soldati statunitensi. Sempre a San Siro don Sergio anticipò i tempi coinvolgendo i genitori nel cammino dei figli verso i sacramenti, consegnando settimanalmente a loro e agli adulti che lo volevano un libretto del catechismo: iniziativa che divenne importante nel tempo, mettendo assieme formazione, discussioni e convivialità.

Va ricordato che per vent’anni, in qualità di insegnante di religione, don Sergio si portò, in numerose scuole, sia che fossero scuole medie locali, sia scuole superiori (come il Fusinato, l’Einaudi) per tre o quattro mattine la settimana.

Nell’autunno 1979 don Sergio cominciò il servizio di parroco a Roncaglia e lo fece particolarmente in sella alla bicicletta per conoscere le persone e apprezzarne le potenzialità. Quando iniziò il suo ministero ebbe a dire: «Accettatemi come sono e io vi accetterò come siete». A Roncaglia, comunità allargatasi col passare del tempo, aveva constatato la buona frequenza alla catechesi, l’ampia partecipazione alla messa feriale, la grande devozione a Maria e l’attenzione verso i più bisognosi. Oltre trent’anni è durata la presenza di don Sergio a Roncaglia, dove era divenuto figura riconosciuta e significativa: «A me non possono raccontare frottole, conosco bene tutti i miei parrocchiani. Persino quelli nuovi, quelli appena arrivati», ammetteva don Sergio, con il cuore del pastore che «conosce le sue pecore» ed è da loro riconosciuto. Alla domanda: «Quale regalo faresti ora ai tuoi parrocchiani e a tutti quelli verso cui hai orientato il tuo servizio?», rispondeva: «Li farei tornare in sé stessi. Li vorrei rendere capaci di guardarsi dentro, di porre mano alla Parola di Dio e di viverla. Perché è proprio dalla Parola di Dio, dalla Parola che è Cristo che esce ogni santità. Sennò tutto il nostro Credo diventa solo una farsa».

Quando don Sergio rinunciò all’impegno di parroco per motivi di età, mantenne la sua residenza a Roncaglia, ricevendo la nomina di penitenziere. Questioni di salute avevano reso necessari un recente ricovero ospedaliero e, nel novembre 2023, l’ospitalità dell’Opera della Provvidenza, dove la morte ha colto don Sergio nel giorno in cui la Chiesa celebrava l’inizio della Quaresima.

Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio sabato 17 febbraio 2024, alle 9.30, nella chiesa di Roncaglia. Nella serata di venerdì 16, alle 19, vi sarà la preghiera del Rosario.

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