Veglia dei giovani: la riflessione del vescovo

I desideri di don Claudio, i desideri dei giovani

Riflessione del Vescovo Claudio

Veglia dei Giovani, Chiesa degli Eremitani, 13 dicembre 2016

 

Vorrei avere gli occhi di Gesù, che brillano di attenzione personale, di commozione, di misericordia.

E passare ai piedi di ciascuno di voi, ragazzi e ragazze, in posizione di inferiorità.

Percepire che mi state guardando con attenzione, che mi state scrutando.

Vorrei occhi capaci, come quelli di Gesù, di alzarsi verso l’alto, dove siete voi con le vostre sfide, con le vostre sicurezze e bellezze, con i vostri desideri di giustizia e di chiarezza. So che state indagando se davvero ho qualche cosa da offrirvi. Vorrei avere il coraggio e la forza di alzare verso di voi i miei occhi, incrociare il vostro sguardo ed invitarvi a scendere dal sicomoro. Anzi vorrei rispondere alla vostra esigenza di essere finalmente visti da qualcuno.

Vorrei avere gli occhi di Zaccheo, curiosi, cercatori di un incontro straordinario. Occhi che cercano il contatto interiore e, come Zaccheo, vorrei guardarvi in faccia, vorrei incontrare le vostre comunità, guardare nel cuore di questa assemblea che è il Tempio dello Spirito Santo, il Corpo reale di Cristo. E vorrei essere sorpreso ed incrociare i miei occhi con i vostri, cioè con quelli di Gesù. Si, avete inteso bene! Per me voi siete il Signore che passa.

Vorrei essere il capo della casa dove il Signore chiede di fermarsi e mi dà appuntamento. La casa dove il Signore chiede di fermarsi con la sua forza dirompente sono le comunità e i contesti relazionali affidati alle mie cure di Vescovo: sono contesti numerosi, tra loro molto diversi, spesso da ristrutturare. Vorrei che le nostre parrocchie fossero contente di accogliere il Signore che oggi sta bussando con le sembianze di un giovane. So che questo giovane rivoluzionerà le mie abitudini, il mio ordine, le mie preferenze… ma so che sarà anche una Grazia.

Vorrei che si facesse in fretta e con gioia tutto quanto è possibile per accogliere Gesù vestito di jeans strappati e di marca e vorrei dire alle parrocchie che si liberino presto dei loro beni impegnandoli per i poveri e, se in qualcosa si fosse ecceduto nel darsi sicurezze, si aprisse per la mia casa un tempo di penitenza e di conversione.

Infine vorrei cogliere la parola di Gesù nascosta negli atteggiamenti di ascolto e condivisione, di coraggio e di avventura vissuti da tanti giovani suoi discepoli. La frequentazione di ambienti difficili ed esposti al rischio come quelli del tempo libero, degli studi, degli affetti, ma anche quelli più delicati dei sogni e dei progetti di vita, delle mentalità e dei valori del nostro tempo… Ecco vorrei cogliere in queste frequentazioni Gesù stesso che va a cercare e salvare chi è perduto.

Vorrei, vorrei…

So che questi desideri vanno presentati al Signore e chiedo anche la vostra preghiera ed intercessione.

 

Ma tu cosa vorresti? Che cosa ti fa desiderare questa pagina del Vangelo che attraversa la nostra assemblea?

 

Inizia questa sera un disegno nuovo, comunitario, che vede non solo le dita di Gesù, creatore di uomini nuovi, chiamare e puntare quelle del nuovo discepolo, iniziando una storia inedita di creazione, che vede non solo sguardi di Gesù e di Zaccheo che si incrociano e che si penetrano nei rispettivi cuori, ma anche la nascita di nuovi autori ed artisti.

Il nostro disegno inizia dalla condivisione generosa e umile dei nostri desideri: che cosa ti insegna a desiderare la storia di Zaccheo?

Quello che scrivi su questo rotolo aperto sarà di fronte a Dio e alla Chiesa la tua firma di adesione spirituale.

Io e anche le “nostre case” pregheremo perché si realizzino i tuoi desideri.

 

don Claudio, vescovo

Veglia dei giovani 13 dicembre 2016

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