Decreti (in)sicurezza

“Una mappa dell’accoglienza. Centri d’Italia 2021” è il primo rapporto realizzato da Openpolis e ActionAid. Sono descritte le macerie prodotte dai cosiddetti Decreti sicurezza, che hanno colpito soprattutto le piccole strutture di accoglienza diffuse sul territorio italiano: nel 2019 sono stati oltre 40 mila i posti cancellati nel circuito dell’accoglienza. Ed il taglio della quota per ospite, da 35 a 27 euro, ha ridotto l’investimento sull’integrazione, a partire dalla lingua.

«Quello che chiediamo al nuovo governo è di superare l’approccio emergenziale – afferma Fabrizio Coresi di ActionAid – per mettere da parte le strumentalizzazioni, orientando le scelte in ambito migratorio. E fare davvero dell’accoglienza pubblica e diffusa il sistema ordinario e principale, che è per le persone ospitate un diritto e per i territori ospitanti un’opportunità».

In un anno il numero di strutture di accoglienza è calato da 8.145 a 5.482. E a chiudere i battenti sono state soprattutto quelle con pochi ospiti, massimo 20. Un colpo di scure che in un anno ha fatto scomparire 46.351 posti: da 107.463 a 67.036. Non va dimenticato che gli stranieri espulsi dal circuito di accoglienza, come i titolari di protezione umanitaria, dopo la cancellazione di questo status, non sono stati rimpatriati, ma trasformati di fatto in irregolari.

 

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