Don Giuseppe Cassandro riposa ora tra le braccia del Padre

È mancato la sera di giovedì 24 luglio 2025. Le esequie martedì 29 luglio, alle ore 9.30 al Sacro Cuore di Abano Terme

Don Giuseppe Cassandro 
Fossò (VE), 16.09.1958 – Sarmeola (PD), 24.07.2025

Nella tarda serata di giovedì 24 luglio è venuto a mancare don Giuseppe Cassandro, all’Opera della Provvidenza di Sarmeola. Aveva 66 anni. Figlio di Romano e Ines Bettini, nasce a Fossò il 16 settembre 1958, terzogenito di una famiglia che avrebbe poi contato cinque fratelli e cinque sorelle.
Ordinato presbitero il 3 giugno 1984, riceve i primi incarichi come vicario parrocchiale: è subito destinato a S. Maria delle Grazie in Este, mentre nell’agosto 1987 è inviato a Dolo e nel settembre 1990 a Stra. Dal settembre 1994 è parroco a Granze di Camin, dove lo si ricorda come figura bella e gioiosa. (Dal 1999 al 2002 è rappresentante nel Consiglio presbiterale per il vicariato di San Prosdocimo). Dall’ottobre 2003 all’agosto 2011 è parroco di Pionca. Nell’autunno del 2011 si apre un tempo di ministero significativo che porta don Giuseppe alla nomina di cappellano dell’Ospedale di Dolo. Nella struttura ospedaliera, all’interno della quale risiede, si rende sempre disponibile agli ammalati e ai loro parenti, giorno e notte, due anni dopo assieme anche all’équipe ospedaliera che viene istituita per il servizio di assistenza e di cui è coordinatore. La competenza e la sensibilità acquisita nei confronti della malattia lo porta, nel 2016, all’incarico di Responsabile dell’Ufficio diocesano di Pastorale della salute (rimanendo in servizio all’ospedale di Dolo). Il servizio diocesano richiedeva non solo il coordinamento dei cappellani che operano in ospedali, case di riposo e strutture similari o la sensibilizzazione sulla materia, ma anche rapporti concreti con le diverse ULSS afferenti alla diocesi di Padova e Istituzioni di vario genere, in modo da permettere una collaborazione costruttiva tra la sanità pubblica e il mondo ecclesiale diocesano. Quando, nel tempo della pandemia, la struttura di Dolo è Ospedale covid di riferimento per la Provincia di Venezia, don Giuseppe è coinvolto direttamente dalla situazione di emergenza, vivendo a contatto con l’ambiente, i pazienti, il personale, in modo discreto e non appariscente, senza interrompere l’accompagnamento degli altri cappellani e delle loro cappellanie.
Una breve parentesi di tempo, tra l’agosto e l’ottobre 2018, lo vede Amministratore parrocchiale di Dolo, a seguito della morte di don Sandro Minarello e prima dell’arrivo del nuovo parroco, don Francesco Mascotto. Presso la comunità di Dolo, del resto, non era mai venuta meno la presenza di don Giuseppe, visto il suo servizio all’Ospedale e alla vicina Casa di riposo: anche per questo motivo aveva assunto l’incarico con passione e generosità, dimostrando un certo desiderio di tornare alla pastorale diretta.
In effetti, nel settembre 2021, don Giuseppe torna all’incarico di parroco presso la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Abano Terme e subito viene colpito da grave malattia: inizialmente un tumore ai polmoni e successivamente un tumore alle ossa mettono alla prova don Giuseppe che con serenità
accetta le diagnosi, si sottopone a cure sperimentali, ne accetta le conseguenze debilitanti, non trascura in alcun modo la parrocchia, non perde la fiducia e riceve come dono i tanti mesi che le cure gli regalano. Con gioia e soddisfazione, con tatto e con decisione, don Giuseppe si dedica alla comunità del Sacro Cuore, nel frattempo diventata “famiglia”, entrando nelle questioni concrete che richiedono attenzione (scuola dell’infanzia, campi di San Giuseppe, associazioni ed enti), come anche dandosi all’ordinarietà del suo ministero, fatto di Iniziazione Cristiana, liturgia, accoglienza dei turisti e assistenza quotidiana ai parrocchiani. (Nel 2024 aveva concluso l’incarico all’Ufficio per la pastorale della salute).

Don Giuseppe aveva i tratti della persona riservata, tormentata e introversa, cui non mancavano la lealtà, la schiettezza e la diligenza. Inevitabilmente il tempo vissuto al Sacro Cuore è stato il tempo della testimonianza convincente, del coraggio e della determinazione, vissute fino agli ultimi giorni, quando, un po’ di malinconia e di rassegnazione, non hanno tolto nulla al “guerriero” e al “combattente” degli anni precedenti.

Dalla parrocchia del Sacro Cuore arrivano le parole seguenti:

«Il suo ministero è stato caratterizzato imprescindibilmente dalla malattia, che però non ha condizionato la sua disponibilità e il suo servizio: egli, infatti, non si è arrestato di fronte ad alcun ostacolo, ha invece dimostrato grande perseveranza e volontà d’animo espressa nella gioia e nell’ironia. Le persone a lui vicine lo ricordano come esempio di un Cristo che si è fatto uomo e che, per questo, ha camminato con loro e ha abbracciato la propria croce con coraggio e forza, nonostante lo sconforto dei momenti bui e le criticità fisiche. All’immobilità cui lo avrebbe condannato inesorabilmente la sofferenza, ha preferito celebrare la vita soprattutto attraverso i sacramenti del battesimo e del matrimonio, ai quali riservava estrema cura e dedizione. Aveva a cuore anche i ragazzi della catechesi, ai quali piaceva rivolgersi così: “Voglio dirvi un segreto…”.
Don Giuseppe era così: quando doveva comunicare qualcosa di importante sceglieva con cura le parole da utilizzare. Non c’era niente che non potesse essere risolto, ma c’era un modo e soprattutto un tempo più opportuni per farlo. Don Giuseppe ha fatto sicuramente tutto ciò che andava fatto, e a questo proposito risultano appropriate le parole di San Paolo, che scrive: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4,7-9)».
«Fin da subito quel nuovo parroco, alto e sorridente, ha saputo conquistare l’affetto di chi ha avuto modo di conoscerlo. Deciso, risoluto, talvolta spigoloso, appassionato, era consapevole del
compito di consolidare la comunità; mai banale e superficiale, si è adattato, ha ascoltato, ha compreso e ha improntato un progetto che sapeva di esperienza e comprensione. Don Giuseppe era un parroco d’altri tempi, con una grande dignità, legato alle tradizioni più profonde di umanità e carità. Genuino e sincero, ha mostrato un impegno costante nella pastorale e nell’assistenza spirituale, senza mai risparmiarsi. Semplicità e umanità lo hanno contraddistinto. Il suo è stato un atteggiamento umile e di dedizione al servizio, senza la ricerca di onori o riconoscimenti. Figura colta, non ha mai fatto mancare un sottile senso ironico e di leggerezza, che suggeriva profondità e ispirava riflessione».
«L’esempio insegna più di mille parole e don Giuseppe è stato per tutti noi un esempio vivente di
forza, di fede e dignità. Ha insegnato a non arrendersi, a non cercare compassione né a cedere
all’autocommiserazione. Anche nella sofferenza, non ha mai negato un sorriso».

Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio martedì 29 luglio 2025, ore 9.30, presso il Sacro Cuore di Gesù in Abano Terme (Pd). La salma proseguirà poi per il cimitero di Fossò, non senza aver fatto prima una sosta presso la chiesa di Fossò, alle 11.30.

Sarà possibile porgere un saluto a don Giuseppe presso la camera ardente dell’OPSA dalle ore 8 alle 19 nei giorni antecedenti le esequie.
Lunedì 28 luglio vi sarà alle 20.30 una veglia di preghiera nella chiesa di Fossò.

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