Solennità di Sant’Antonio di Padova 2022

13-06-2022

SOLENNITÀ DI SANT’ANTONIO DI PADOVA

13 giugno 2022 – Basilica di Sant’Antonio, Padova

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Omelia

La nostra presenza qui è dovuta al fatto che abbiamo accolto la parola del Signore, qualcuno ci ha annunciato la sua giustizia, la sua verità e la sua misericordia. Il nostro punto di partenza è essere qui – in mezzo a un brusio che sembra proprio rappresentare il movimento della vita, della società –, raccolti invece nel silenzio perché abbiamo accolto questa voce e l’abbiamo fatta nostra. Noi crediamo nella misericordia del Signore.

Penso che ciascuno di noi, venendo in questa chiesa questa mattina, che provenga da altre parti d’Italia o del mondo o dalla città di Padova, viene con un proprio bagaglio di preghiere, di sofferenze, di attenzioni che vorrebbe presentare al Signore, e delle quali vuole essere lui stesso promotore. Immaginandomi in mezzo all’assemblea e pensando alla nostra tradizione di accendere un cero, ho pensato che sarebbero tre i ceri che noi quest’anno, in modo particolare, dobbiamo accendere. Anzi, io stesso vorrei accendere, simbolicamente, questi tre ceri, queste tre grandi preghiere; e penso di incontrare senz’altro anche la vostra sensibilità, la vostra preghiera, e così le uniamo tutte insieme perché crediamo nella misericordia del Signore che ci ascolterà.

Il primo cero è per la guerra tra Ucraina e Russia. Io credo che tutti noi siamo sconvolti dalle immagini che abbiamo visto. Ci accorgiamo anche del rischio di abituarci a queste scene e di vedere che questo dramma in atto sta passando tra le cose che sono quasi, non dico, inevitabili, ma che comunque ci sono nella vita, quasi accettandole. Questo noi non possiamo permettercelo. La pace è il dono più grande per l’umanità, tanto che noi stessi sappiamo di non poterla raggiungere con le nostre forze, e quindi ci troviamo insieme a pregare il Signore perché ci faccia questo dono per l’intercessione di sant’Antonio.

C’è anche un’altra preoccupazione che non riguarda soltanto il conflitto, con i morti, le disgrazie, la tragedia che sta succedendo, ma tutte le conseguenze che ci sono a livello mondiale e che ricadono anche sul nostro Paese. La cosa più grave però è quando le conseguenze ricadono sui Paesi più poveri. E allora, la guerra tra Ucraina e Russia diventa addirittura fame, impossibilità di accedere alle cure sanitarie di base; significa bloccare lo sviluppo del mondo. Per questi motivi, questa prima preghiera che noi vogliamo rappresentare con un cero viene da tutti noi, insieme. Il nostro trovarci insieme è una grande occasione per dar forza alla nostra preghiera.

C’è un secondo cero che vorrei accendere di fronte a sant’Antonio e riguarda noi di Padova, per questa avventura dello Spirito che noi abbiamo intrapreso: abbiamo aperto, proprio domenica scorsa, il Sinodo della nostra Diocesi. Dal Sinodo noi chiediamo una prospettiva per il cammino che dobbiamo compiere: chiediamo di sapere quali siano le strade che dobbiamo intraprendere in un mondo che è cambiato completamente. Vogliamo essere fedeli al Vangelo di sempre, ma dobbiamo adeguare il nostro linguaggio, il nostro stile, la nostra esperienza per poter parlare e annunciare ancora, come qualcuno ha fatto per noi, la misericordia di Dio. C’è anche un secondo aspetto: l’essere insieme. Il camminare dice una direzione, un movimento, ma l’insieme dice che è possibile percorrerlo. Il sinodo è un cammino fatto insieme, la grande preghiera è anche quella dell’unità dei cristiani in un tempo che ci separa continuamente gli uni dagli altri. Il sinodo allora è una grande speranza che noi poniamo nelle mani di sant’Antonio perché la presenti al Signore.

Un terzo cero riguarda tutti noi. Tutte le volte che vengo a sant’Antonio il 13 giugno, molte persone si avvicinano e qualcuno mi dice: “Preghi per mio figlio che è un bambino che ha un tumore”, oppure “Preghi per mia figlia che si sta separando dal marito”, oppure “Preghi perché mio marito ha perso il lavoro”… questa è la nostra vita, questa è la condizione che noi dobbiamo vivere e attraversare tenendo fisso il nostro sguardo sulla misericordia del Signore, e che noi presentiamo con il nostro silenzio e la nostra preghiera. Ci sono tanti drammi e sofferenze nella vita delle nostre case, nelle nostre persone, nelle nostre comunità, nei nostri gruppi. Il popolo che si raduna qui presso sant’Antonio, è un popolo fatto, e per me è un complimento, di povera gente che conta sul Signore, della povera gente che chiede l’intercessione di sant’Antonio perché i propri drammi, i propri problemi anche personali non trovano sbocchi, sembra non abbiano via d’uscita. La nostra preghiera perciò diventa una preghiera del popolo composto dalla povera gente. E ci troviamo qui certi della misericordia del Signore.

Un’ultima piccola sottolineatura: Gesù è il vittorioso, ha vinto addirittura la morte. Per questo è il nostro compagno di viaggio. Oggi abbiamo celebrato Gesù nella solennità dell’Ascensione: è seduto alla destra del Padre, nostro avvocato, nostro intercessore. Allora mettiamo insieme tutte le preghiere di noi che siamo su questa Terra. Invochiamo sant’Antonio, nostro fratello, affinché tutti i santi, possano intercedere insieme a Gesù, nostro primo e grande fratello, presso il Padre, perché converta i nostri cuori e li trasformi da cuori che pensano innanzitutto a se stessi, a cuori che mettono il bene, l’amore, la giustizia, la misericordia prima di qualsiasi interesse di parte o di qualsiasi interesse personale. Sant’Antonio interceda per noi e insieme con Gesù ci ottenga giustizia, misericordia e pace.

+ Claudio Cipolla

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