Il segreto sta nella dinamica di ricezione

Commento al messaggio del papa per la 51sima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

La potenza del linguaggio simbolico. È una delle chiavi di lettura del messaggio consegnato da papa Francesco per la 51ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che modifica la tavolozza con cui dipingiamo l’informazione quotidiana.

Il testo è tripartito con evidenza:  nella macina quotidiana di informazioni si possono evidenziare la consegna della buona novella, la fiducia nell’immagine del seme che germoglia indipendentemente dal seminatore, l’intervento dello Spirito che rende evidente la trama di salvezza nel tessuto intriso di eventi drammatici.

Alcune osservazioni.

Non solo la mente umana ma il meccanismo della comunicazione stesso è racchiuso nella metafora della macina da mulino che raffina e rende compatibile l’informazione con il nostro metabolismo. Si tratta di un processo costante, irreversibile, inarrestabile. La nostra sfera di intervento è dunque sulla granaglia e non sul processo, noi scegliamo cosa macinare e, pertanto, abbiamo un margine di azione sufficiente per modificare il prodotto.

Il gioco della ricezione, per fare il verso a Jean Bianchi, già docente dell’Università cattolica di Lione e autore di un testo con questo titolo, è il segreto per l’individuazione e la ricezione della buona notizia. Bianchi sostiene, ancora estremamente coinvolto nel contesto dei mezzi non interattivi, come educare la ricezione sia la nostra unica possibilità per governare in maniera critica il flusso di informazioni che attraversa la noosfera. Educare la ricezione, in questa prospettiva, significa introdurre ad rapporto significativo con Cristo. Si concretizza così il potere ottico delle lenti che anche il messaggio del papa sembra indicare come percorso di empatia e compassione, e quindi di comunicazione profonda, con il Figlio di Dio.
Risulta oltremodo curioso come in questo passaggio non venga sottolineata un’evidenza assoluta della realtà, a prescindere da tutto, ma l’importanza sostanziale della chiave di lettura.

La salvezza non è un percorso generico ma un intervento puntuale che si rivela nello stile narrativo. Anche nelle citate parabole di vangelo la salvezza si presenta come un intervento diretto alla persona qui ed ora: se sei disoccupato la buona notizia è che hai trovato lavoro, se hai un problema con una relazione familiare la buona notizia è che quel rapporto è sanato. Lo storytelling, il raccontare vicende di redenzione e salvezza alimenta anche la speranza di poter contrastare il male con «un approccio propositivo e responsabile nelle persone a cui si comunica la notizia», come recita il messaggio stesso.

Il processo di crescita del seme, indipendente e autonomo, libera dalla sindrome del padreterno. La semente ha una sua forza intrinseca che le permette di germogliare indipendentemente dall’intervento umano. È particella in grado di generare cento volte tanto nell’inevidenza del processo di crescita e nel silenzio mediatico. Lo sviluppo del granello è visibile a che sa guardare con attenzione tra la zizzania, fenomeno infestante con il quale bisogna convivere. Così la comunicazione della buona notizia, nell’era degli orizzonti oscuri, si trasforma in corpuscolo apparentemente insignificante ma in grado di deflagrare se letta nell’ottica del credente.

Lo Spirito è come il rovescio dei tappeti: inizialmente abbozza figure poco comprensibili ma ad un sguardo d’insieme rivela che c’è un disegno. Nell’ambiente della comunicazione il saper collocare in una cornice dei contenuti apparentemente slacciati tra loro è un’operazione di sintesi che permette di tracciare il senso. Spiegare, anche al credente, in cosa consista lo Spirito è sempre stata un’operazione ardua di comunicazione. Ribadire, come fa il messaggio, che i suoi canali privilegiati sono gli esseri viventi lo tramuta da concetto astratto a opzione concreta per continuare a sperare che qualcuno accanto a noi possa tramutarsi in segno d’amore.

 

Marco Sanavio

Direttore diocesipadova,it e membro consiglio direttivo Weca

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