I dieci comandamenti e il bene comune

Ritorno a voi in questa terza domenica di Quaresima. 

Ogni giorno, ascoltando le notizie diffuse dai mezzi di comunicazione, abbiamo l’impressione di vivere in un mondo alla deriva. Fanno notizia episodi di violenza, disastri, le guerre, lo spaccio di droga, lo sballo, i tradimenti… 

Sappiamo tutti che la vita delle persone, delle famiglie e delle città non è tutta nelle notizie negative che vengono divulgate; tuttavia esse creano e diffondono un clima pesante. Poi ci guardiamo attorno e notiamo che non tutto è così negativo; scopriamo che nel mondo c’è tanta luce, tanta bontà che non fa chiasso. 
Così ci troviamo ogni giorno a fare i conti con il bene e con il male. Il bene e il male coesistono, spesso si scontrano e talvolta il male sembra vincere il bene. A ciascuno di noi si impone, su questo punto, una scelta decisiva che attraversa tutti gli ambiti della vita, da quelli più personali e intimi, a quelli familiari e sociali. 

È da pensare che anche ai tempi dell’Esodo le cose non fossero molto diverse (tranne i notiziari quotidiani) per il popolo d’Israele che camminava nel deserto tra tribù ostili in cerca di identità e di una terra da abitare. 
Proviamo a leggere e ad ascoltare, con attenzione alla nostra esperienza quotidiana, la prima lettura di questa terza domenica di Quaresima (Es 20,1-17). Ci presenta i Dieci comandamenti, che Dio stesso, secondo la tradizione ebraica, ha voluto scolpire sulla pietra, in modo che restassero impressi per sempre e per tutti, e che ha consegnato al suo popolo per mezzo di Mosè. In realtà sono le clausole dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo; un’Alleanza che i profeti hanno interpretato come un matrimonio celebrato per amore e che impegna per tutta la vita. Dio non si è scelto un popolo di persone perfette, migliori delle altre. 
Si è scelto un popolo incline al male, come tutti gli altri popoli: dalle ingiustizie ai tradimenti, dalle falsità alle violenze omicide… Solo che, a questo popolo amato, Dio ha voluto indicare la strada giusta per non lasciarsi sedurre e dominare dal male con tutte le sue nefaste conseguenze. 
In questo modo Dio ha mostrato di volere bene al suo popolo; ha fatto un eccezionale gesto d’amore: gli ha proposto la vera sapienza della vita, per godere i frutti del bene ed evitare le conseguenze distruttive del male. Israele ha capito lentamente e con fatica il messaggio trasmesso da Mosè (come si ripete la storia!); ha capito, strada facendo, che la legge indicata da Dio era, ed è ancora, la salvaguardia del bene, cioè della vita e della felicità. Il profeta Baruch al popolo che aveva trascurato i comandamenti, trovando non la libertà ma la schiavitù, diceva: «Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! Se tu avessi camminato nella via di Dio, avresti abitato per sempre nella pace» (Bar 3,12-13). E l’esortava a riprendere l’osservanza della legge di Dio, a «camminare nello splendore della sua luce», con un senso di gratitudine per il grande dono ricevuto: «Beati noi, o Israele, poiché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto» (Bar 4.4). 

Anche il mondo di oggi e noi stessi abbiamo bisogno di “ricevere” come un dono e non come un peso ingombrante le Dieci Parole che danno consistenza all’Alleanza che Dio continua a fare con noi, con il mondo di oggi, attraverso la sua Chiesa, proprio per non lasciarci irretire dal male, dalla confusione mentale e dallo smarrimento delle coscienze. Abbiamo bisogno di ascoltare ancora, senza darle mai per scontate o, peggio, per invecchiate, le indicazioni del Bene che il Signore stesso ha scolpito con il suo Spirito nei nostri cuori: mantieni come il Bene prioritario il rapporto con Dio tuo creatore e liberatore, non costruirti idoli che ti schiavizzano, non usare il nome di Dio per i tuoi interessi, ricordati di santificare la festa, non uccidere, non macchiare la castità e la fedeltà coniugale, non rubare, non tradire la verità, non essere avido dei beni altrui, mantieni il rapporto con la tua comunità, con il tuo popolo. (Nel Catechismo della Chiesa Cattolica puoi trovare una chiara esposizione dei 10 comandamenti). 
Vivendo così forse non diminuisce la quantità delle brutte notizie giornaliere, ma certamente cresce la nostra luce e la capacità di diffonderla. 
L’osservanza dei comandamenti assicura certamente il Bene comune della società. 

Vi sono vicino con la mia preghiera, il mio affetto e benedico il vostro impegno di Quaresima. 

Antonio, vescovo

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