Grazie a mons. Paolo Doni

Per il suo servizio generoso alla Chiesa… che continua

Mons. Paolo Doni, vicario generale della Diocesi di Padova dal 2007, con la fine dell’anno lascerà questo delicato e impegnativo incarico, che aveva generosamente mantenuto in quest’ultimo anno su richiesta del vescovo Claudio, per favorirlo nella fase di ingresso e inserimento.

Nato a Paluello di Stra (Ve) il 14 luglio 1944, Doni è stato ordinato nel 1968 e successivamente ha approfondito gli studi di teologia a Milano e Roma. Dal 1976 è stato insegnante di teologia morale nel seminario Maggiore di Padova e dal 1986 al 2000 vicario episcopale per l’apostolato dei laici, assistente diocesano di Azione cattolica e canonico onorario della Cattedrale. Contemporaneamente ha ricoperto incarichi in organismi ed enti diocesani (Consiglio presbiterale, Fondazione Lanza, Tribunale ecclesiastico diocesano) e triveneti (Commissione presbiterale regionale, Tribunale ecclesiastico regionale). Nel 1996 è stato anche designato responsabile diocesano per il Giubileo del 2000. Al termine del Giubileo viene nominato arciprete di Conselve, incarico che mantiene fino al 2007 quando diventa vicario generale della Diocesi di Padova, compito che ha portato avanti finora con generosità, fraternità e servizio. Con altrettanta disponibilità mons. Paolo Doni, dal prossimo gennaio 2017, proseguirà il suo servizio alla Diocesi come amministratore parrocchiale di Bertipaglia, in seguito alla richiesta di un periodo sabbatico da parte di don Matteo Ragazzo.

«Ringrazio don Paolo anche a nome dell’intero presbiterio e della Diocesi per la testimonianza di vita presbiterale e per la sua dedizione e fedeltà alla Chiesa di Padova – ha sottolineato il vescovo Claudio, annunciando la nuova destinazione di mons. Doni al Consiglio presbiterale – Apprezzo particolarmente questo suo essersi rimesso a disposizione per un servizio ordinario in una parrocchia, nella normalità di vita di una comunità: è questo il primo compito di un prete, indipendentemente dai percorsi e dagli incarichi, anche prestigiosi e di responsabilità, che possa aver ricoperto. È una scelta condivisa che ci indica un cammino, a volte inconsueto, ma sicuramente autentico di servizio alla Chiesa».

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