Don Pierluigi Barzon riposa tra le braccia del Padre

È mancato venerdì 15 ottobre 2021 - Le esequie martedì 19 ottobre alle ore 11 nella chiesa di Stra

Don Pierluigi Barzon – Legnaro (Padova), 06.08.1962 – Stra (Venezia), 15.10.2021

«Mi sembra difficile opporsi ad un male che ha dimostrato tutta la sua forza e violenza possibili, togliendoci le parole, minando ogni speranza. Al male si reagisce non con la forza, ma con la mitezza della fiducia che comunque esso non ha l’ultima parola».

Queste parole di don Pierluigi erano state scritte nell’ultimo Bollettino di Villa di Teolo (2-17 ottobre 2021) per ricordare la morte di una parrocchiana. A distanza di qualche giorno ricevono la conferma di quanto possano aver significato per lo stesso Pierluigi, minato per otto anni da un male incurabile, divenuto nel tempo inevitabile compagno di vita.

Don Pierluigi era il primogenito di Francesco e Zolìa Lando. Dopo di lui in famiglia sarebbero arrivati Filippo, Enrico, Giuliana e Maria Chiara, in un contesto famigliare di relazioni profonde, piene di fiducia e legami stretti.

Compiuti gli studi presso il liceo scientifico Ippolito Nievo di Padova, nell’autunno 1981 era entrato nel Seminario maggiore di Padova: un gruppo eterogeneo di giovani che provenivano dal Seminario minore s’incontrò con un gruppo altrettanto eterogeneo di giovani provenienti da altri percorsi, dando vita non soltanto a un gruppo, ma a una famiglia. Fin dagli inizi Pierluigi non era il tipo di persona che attirava l’attenzione, ma “entrava in campo” con delicatezza. E quest’ultima espressione, “entrava in campo” è quanto mai opportuna: tifoso del calcio (e in particolare del Cagliari di Gigi Riva), Pierluigi si recava di sabato ad arbitrare partite di calcio, mentre i nuovi compagni di strada si davano alle abituali iniziative del fine settimana in parrocchia. Quel suo strano ministero di arbitro-seminarista scatenava la domenica sera l’ironia dei compagni, ma Pierluigi rideva di sé in loro compagnia, senza prendersi troppo sul serio. In ogni caso, il riferimento all’arbitro diceva molto di lui: un arbitro esperto è presente, ma non invadente; lascia giocare e ferma il gioco solo quando strettamente necessario; s’impone, ma senza darlo a vedere. Tratti simili erano presenti in Pierluigi, che sapeva anche mettere serenità, pacificare gli animi, facilitando con la sua presenza il gioco di squadra: per questo era molto cercato e lo sarebbe stato anche successivamente. Il 7 giugno 1987 fu consacrato prete nella Basilica di Santa Giustina in Padova. Per l’occasione scrisse:

«Il mio cuore è colmo di gioia, ma ricco anche di trepidazione. La gioia mi dice che qualcosa positivamente si conclude. La trepidazione invece mi ricorda che una nuova partenza, ben più radicale, mi aspetta. Con gioia e trepidazione dico il mio sì».

Dopo l’ordinazione fu nominato vicario parrocchiale nella parrocchia cittadina della Sacra Famiglia. Nel luglio 1992 fu nominato vicario parrocchiale di Valdobbiadene, della quale divenne subito dopo amministratore a seguito della morte del parroco, don Luigi Rimano e prima dell’arrivo di don Marcello Bettin. Dopo gli anni di Valdobbiadene, nei quali don Pierluigi raccolse molta stima per l’umanità, l’equilibrio e la saggezza, nel settembre 1995 fu destinato agli studi a Roma in spiritualità (presso la Pontificia Università Gregoriana) e psicologia (presso l’Università Pontificia Salesiana). Abitando al Pontificio Seminario Lombardo ebbe modo di farsi conoscere per i tratti semplici e rispettosi, la finezza spirituale, il carattere affabile, l’intelligenza precisa e la maturità umana che lo rendevano «prete prezioso, equilibrato e gradevole».

Nell’autunno 2001 iniziò il suo servizio di insegnante di psicologia in Seminario maggiore, collaboratore festivo di Pontelongo e Segretario della Commissione per la formazione permanente del clero. Nel 2003 diventò segretario del nuovo Istituto San Luca per la formazione permanente dei presbiteri. In questa veste ebbe modo di seguire i giovani preti dal 2001 al 2010, di curare particolarmente i gruppi di supervisione proposti ai preti e il coordinamento di alcuni psicologi che nel Nordest lavorano a contatto con preti e religiosi. Don Pierluigi era portato per il servizio di aiuto psicologico perché, avendo il tratto dominante dell’attenzione, sapeva considerare e fare spazio alle persone (come anche alla Chiesa, al mondo, al cinema, all’arte, alla letteratura e alle cose belle). La sua grazia naturale, supportata dal sacramento dell’Ordine, aveva saputo creare un’infinita rete di legami. Per tutti don Pierluigi spendeva il suo «Volentieri!» e un beneaugurante «Vi penso bene».

Del dicembre 2005 è la nomina a parroco di Villa di Teolo. Nella piccola comunità, ancora una volta, si fece conoscere per la moderazione e la pacatezza, per la paziente determinazione e la mitezza, il sorriso tenero e timido, le parole pesate, ma anche per la sua decisa attenzione alle persone perché si sentissero responsabili della pastorale. Ha amato tanto la Chiesa, insegnando ad averne cura, sostenerla e seguirla negli orientamenti. La passione per il Vangelo lo portò a promuovere momenti di ascolto della Parola di Dio, senza dimenticare l’attenzione per associazioni e realtà sociali. Ebbe modo di offrire il suo servizio anche alla Casa di cura Parco dei Tigli. Da diversi mesi a questa parte puntuali erano nel Bollettino parrocchiale i suoi riferimenti al Sinodo diocesano, con la riproposizione di testi e di cronaca, perché tutti ne fossero informati. Negli anni 2013-2018 fu anche vicario foraneo del vicariato di Teolo, sostenendo in modo convinto l’esperienza delle tre-giorni vicariali (quali occasioni di confronto tra preti e laici), i momenti di fraternità presbiterale e la partecipazione alle proposte diocesane.

Nell’autunno 2013, mentre si stavano svolgendo le Settimane residenziali dei preti a Borca di Cadore, arrivò la diagnosi del male che lo avrebbe accompagnato fino alla morte. Di lì a poco, nel santuario delle Grazie a Piove di Sacco, don Pierluigi celebrò il Rito dell’unzione assieme alla mamma e a tutti i compagni di ordinazione. L’olio ricevuto, la passione per la vita, la famiglia, le amicizie coltivate, le abituali relazioni con i compagni di ordinazione e le cure mediche hanno dato a don Pierluigi una consapevolezza della malattia che è andata di pari passo con i compiti pastorali e la vita ordinaria, senza che vi fossero rassegnazione o risentimento, nonostante i forzati periodi di assenza dalla parrocchia dovuti alle cure. Ebbe modo di scrivere:

«Il male non demorde. Avanti con fiducia. Rimane il “respiro” con cui affronto ogni giorno»

(Bollettino di Villa, 4-19 settembre 2021).  

Qualche anno fa il settimanale La difesa del popolo aveva pubblicato un’intervista a don Pierluigi sul tema della morte, dal titolo «Nutrirsi della persona che ci ha lasciato». Nel testo si leggevano le seguenti parole:

«La morte è riconoscimento del proprio limite, del proprio confine e finitezza dove quello che risalta è proprio l’esperienza di un dono: ciò che siamo e possiamo realmente essere e ciò che riusciamo a vivere come offerta».

In occasione, poi dell’ultima Pasqua don Pierluigi aveva scritto:

«Il nostro saluto in questi giorni è un confermarci nella fede, è un sostegno reciproco alla nostra fiducia nel Risorto. Non è finito tutto tra le pieghe buie del dolore e della morte. L’amore in cui Gesù è sprofondato ha squarciato il buio della notte e aperto la via per una nuova vita. Se accogliamo il suo dono e proviamo a seguirlo anche noi sulla stessa strada, le nostre morti potrebbero non avere l’ultima parola sulla nostra vita. Com’è opportuna questa Pasqua, in un tempo in cui abbiamo condiviso strettamente fragilità e morte». (Bollettino di Villa, 3-18 aprile 2021)

Don Pierluigi si è spento venerdì 15 ottobre, nell’abitazione di famiglia a Stra. Un compagno di ordinazione ha scritto:

«Noi ordinati nell’87 abbiamo condiviso con Pierluigi 40 anni di vita. Un tempo biblicamente significativo. Quarant’anni sono il tempo della prova, del cammino e della scoperta, il tempo di una generazione. Come lo scriba evangelico, dentro questo tesoro troviamo le cose più serie e le sciocchezze più banali: per tutto questo e per molto altro, per questi quarant’anni, eterna è la misericordia di Dio».

Lunedì 18, nel pomeriggio1, la salma di don Pierluigi sarà portata nella chiesa di Villa di Teolo dalla quale ripartirà martedì 19 ottobre per le esequie, celebrate dal vescovo Claudio a Stra, alle ore 11. La Chiesa di Padova, le comunità servite da don Pierluigi e le persone che hanno goduto della sua persona si stringono alla mamma Zolìa, ai fratelli e alle sorelle. Un grazie doveroso ai padri della Società delle Missioni Africane di Feriole che nel corso del tempo si sono fatti carico di accompagnare la parrocchia di Villa, in sostegno a don Pierluigi.

E qui finiscono le parole: don Pierluigi sarebbe stato molto più sobrio nel parlare di sé.


1 La salma arriverà alle ore 16 di lunedì 18 ottobre nella chiesa di Villa di Teolo, dove ci sarà una celebrazione della Parola e alle ore 19 la preghiera del rosario, seguita alle 21 dalla preghiera di compieta e la possibilità della preghiera personale fino alle 23.  Martedì mattina (19 ottobre) il feretro sarà trasferito a  Stra dove, alle ore 11, verranno celebrate le esequie presiedute dal vescovo Claudio.

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