Veglia di preghiera contro la tratta di esseri umani 2022

08-02-2022

VEGLIA DI PREGHIERA CONTRO LA TRATTA DEGLI ESSERI UMANI

Chiesa di Santa Maria dei Servi – 8 febbraio 2022

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Riflessione

Quando i cristiani si radunano per sostenere coloro che sono in difficoltà io provo un sentimento di gioia, sono anche orgoglioso di poter vedere che la nostra Chiesa sa esprimersi anche pubblicamente schierandosi dalla parte di chi è mal capitato lungo la strada.

Il vangelo che abbiamo ascoltato è molto conosciuto. Mi ha sempre colpito quella strada che scende da Gerusalemme a Gerico, mi sembra che rappresenti una metafora della nostra vita: come può succedere che la nostra vita dall’alto e dal centro, com’era Gerusalemme, dal punto di vista politico e religioso scenda dagli entusiasmi, dalla speranza, dai sogni incappando purtroppo a metà della strada nei briganti.

In questo racconto del Buon Samaritano del Vangelo di Luca, il viandante che scendeva da Gerusalemme a Gerico rappresenta, per noi oggi, l’umanità. È la nostra umanità di uomini e donne che subiscono fame, povertà, oppressioni, guerre, violazioni dei diritti umani, umiliazioni, schiavitù, tratta di persone, sfruttamento, poi si aggiungono anche malattia e relazioni spezzate.

Quella delle vittime della tratta è un’umanità ferita. Ferita è anche l’umanità dei loro aguzzini. Ferita è l’umanità di ciascuno di noi, non indifferenti dinanzi ai soprusi e alla violenza.

In questo brano possiamo quindi individuare tre categorie di persone: la vittima, gli aguzzini e noi.

Le vittime sono donne, uomini, bambini, violentati nella loro umanità e nei loro diritti inviolabili, spesso questo avviene attraverso lo sfruttamento della prostituzione, il lavoro forzato, la schiavitù, l’asservimento, il prelievo di organi, l’accattonaggio, la servitù domestica, la vendita di spose bambine, ed altre forme che ledono la dignità di una persona.

Le vittime sottoposte alla tratta sono coartate con la forza, la minaccia, il rapimento, la frode, l’inganno. Si trovano in una posizione di vulnerabilità e debolezza, per questo diventano oggetto di abuso di potere. È un’umanità calpestata, ferita, lungo la strada della vita. Forse tutti noi abbiamo conosciuto qualche vittima.

Gli aguzzini, i trafficanti di carne umana, esercitano poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà, e agiscono con il fine di sfruttare le persone contro la loro volontà.

I trafficanti considerano gli esseri umani come merci da vendere, acquistare e assoggettare. Negano alle loro vittime il bene giuridico primario che è la libertà.

Riducono la vittima nella condizione di schiavitù o di servitù. Esercitano una sorta di “diritto di signoria”, lo ius dominicale, riducendo la soggettività in oggettività, la persona in cosa.

L’umanità ferita è il frutto della loro umanità ferita. Si credono “signori” degli altri.

Ma noi cristiani sappiamo che solo il Signore nostro Dio è il Signore della vita!

Infine ci siamo noi che siamo qui, non soltanto a titolo personale ma anche in rappresentanza di amici e comunità, siamo qui perché vogliamo che la situazione cambi, consapevoli che la dignità calpestata calpesta la nostra stessa dignità. E tutti noi perdiamo della nostra dignità.

Siamo qui perché proviamo vergogna, la vergogna del giusto davanti alla colpa commessa da altri. Siamo sdegnati che la tratta degli esseri umani sia stata introdotta nel mondo delle cose che esistono.

Il Santo Padre continuamente richiama la nostra attenzione a superare l’indifferenza.

Sdegnati, oranti, responsabili, pronti per quell’etica della responsabilità, che ci spinge ad agire per rendere migliore il nostro mondo.

È bello anche trovarci in questa chiesa e sentire la musica, guardare l’arte contenuta in questo edificio: il crocifisso del Donatello, e fare della nostra preghiera un atto di contemplazione di quello che il Signore ci vuole dire, di questi sentimenti che proviamo onesti e belli guidati dal suo Spirito.

La figura del Buon Samaritano è centrale nell’enciclica «Fratelli Tutti» di Papa Francesco, dove troviamo scritto: «Questa parabola è un’icona illuminante, capace di mettere in evidenza l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il Buon Samaritano». Chi è il mio prossimo? Il mio prossimo è Gesù innanzitutto e quello che lui fa per me: «Va’ e fa’ altrettanto!».

+ Claudio Cipolla

 

 

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