Veglia dei giovani – 2019

11-12-2019

VEGLIA DEI GIOVANI

mercoledì 11 dicembre 2019

Padova, chiesa degli Eremitani

Ci sono momenti particolari, eventi speciali nella vita personale di ciascuno di noi. Abbiamo impressi nella memoria passaggi importanti ai quali abbiamo reagito in diverso modo. Anche nella vita spirituale.

Il Signore scende spesso dentro le nostre storie, si veste di nostri vestiti e di nostri tratti, percorre le stesse strade e i nostri stessi mari. Si presenta ad esempio in braccio a due genitori al Tempio davanti a due anziani, Simeone e Anna; ma si presenta anche nella brezza leggera di un sentimento, di un pensiero.

Si presenta, e forse si è già presentato – magari più volte – anche a te.

Non sempre l’impatto con la presenza di Dio ci trova pronti e all’altezza. Allora può succedere che Egli decida di ripassare in un’altra occasione con il suo carico di Grazia. In effetti lui passa e bussa, bussa con insistenza e ripetutamente alla nostra vita.

Poi arriva il giorno! Gli apri il cuore e gli dici: «Signore! Rabbuni», come ha detto Maddalena.

Sei contento: provi pace e serenità.

Sarà stata un’esperienza di preghiera, un momento di meditazione e di silenzio, una lettura, un incontro, un evento doloroso o una gioia: di fatto qualcosa è avvenuto tra te e il Signore! Può anche darsi che tu abbia dimenticato questo incontro e ora ne stai provando nostalgia.

Prova a pensare, questa sera, a quali siano stati i tuoi momenti di incontro con il Signore.

Ecco, qui inizia la mia riflessione, dal momento del tuo incontro con Lui.

Che cosa è successo, com’è avvenuto, che cosa hai provato e che cosa ti ha detto? E dopo come è andata?

Tu sai che quanto il Signore ti chiede è sempre per il tuo bene e per la tua piena realizzazione come uomo e come donna!

Lo sai e ti sei spaventato! Forse hai avuto paura di una relazione troppo stretta e costrittiva; forse hai pensato che non fosse ancora il momento, che fossero solo illusioni, oppure hai semplicemente rinviato la tua adesione a un domani. Oppure mentre pensavi a Dio hai immaginato la reazione dei tuoi amici e ti sei sentito troppo diverso dagli altri.

In effetti ci vogliono coraggio e forza per vedere e seguire il Signore Gesù, mentre noi ci percepiamo deboli e incerti.

Vi immaginate Maria quando ha detto «Eccomi»? Dove avrà trovato il coraggio di quell’Eccomi? Per questo penso che non fosse una ragazzina debole, timida, ma una di quelle ragazze così determinate che nulla avrebbe potuto fermarla.

E tu finora cosa hai saputo o potuto rispondere?

È in questo spazio che ci sosteniamo tra noi e che appare la parola “intercessione”. Preghiamo per qualcuno, preghiamo gli uni per gli altri, intercediamo per aiutarci a dire «Eccomi». E per dire il nostro «Eccomi» abbiamo bisogno di qualche fratello che ci sostenga nell’ascoltare con coraggio la voce del Signore e per avere la forza di consegnargli la vita. Di abbandonarci nelle sue mani e alla sua volontà.

L’intercessione è una “collocazione” che scegliamo o che ci viene affidata: tra un amico e Dio. È un posto spirituale.

Intercediamo, ci mettiamo tra l’amico e Dio, perché l’amico abbia il coraggio di “cedere”, di abbandonarsi a Dio, di lasciarsi andare tra le sue braccia, perché si fidi, lo ascolti. E anche perché Dio torni ogni anno a vedere se ci sono frutti, senza stancarsi. Siamo lì in mezzo tra Dio e un amico.

Gesù bambino è stato appoggiato sulle braccia di Anna e di Simeone proprio da Maria, figura della Chiesa, e da Giuseppe, figura dell’umanità.

È bella l’immagine della copertina di questa veglia perché ci dice che Gesù è il primo che viene collocato tra le nostre braccia come in una culla: viene posato nella debolezza e nella fragilità di due vecchietti, belli per la loro fede in Dio. Gesù viene da loro accolto addirittura per la sua piccolezza e insufficienza. Così il faro a occhio di bue lo oriento su di lui e capisco che è dalla parte delle nostre incertezze e paure, dalla nostra parte. Sì, Gesù intercede per noi.

Devi ammetterlo: hai un po’ paura che Dio ti chieda troppo! È per questo che stai un po’ nascosto, fai il sordo, chiudi gli occhi: è la nostra timidezza, la nostra paura, il nostro peccato. Dio ai nostri occhi chiede troppo. Le sue pretese sono troppo grandi per te. Tu vuoi restare libero di fare quello che vuoi, almeno per adesso. Dio chiede troppo ma… tu sei fatto per questo troppo!

Gesù in braccio a Simeone e Anna si pone in mezzo: di fronte al Tempio ma in braccio agli uomini. Come se dicesse a Dio Padre: Io sono con loro! Con questi giovani, con questa umanità, con questa società. Se vuoi bene a me devi voler bene anche a loro, allo stesso modo.

Come se dicesse a te, a noi: Non temere, io sono con te e ci sono anche con la mia potenza divina.

Gesù, mettendosi tra noi e Dio, ci incoraggia a incontrare senza paura Dio Padre, a osare di guardare il suo bellissimo volto di amore: Ci aiuta a sentire il suo Vangelo e a sentirci dire, da Lui e proprio da Lui: «Ti voglio bene, coraggio».

«Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio». È lo Spirito che ci accompagna a trovare braccia che fanno da culla per noi ed è lo stesso Spirito che unisce le nostre braccia a quelle degli altri per diventare anche noi intercessori.

Sono tante le braccia che ci sostengono.

Le nostre preghiere sono vissute in compagnia dei santi e dei beati della nostra Chiesa diocesana. In occasione delle ordinazioni dei diaconi e dei preti, dei battesimi noi chiediamo ai nostri santi di pregare per noi cioè di intercedere per noi, di frapporsi tra noi e Dio perché si realizzi il suo disegno pienamente; ogni nostra comunità ha un santo protettore, un patrono. Ognuno dovrebbe avere qualche amico in più tra i santi. Anch’io ho un particolare legame con alcuni amici che sono già in cielo ma non me la sento di confidarne il nome perché è una questione molto intima e personale e svelerei troppo di me. E tu hai qualche amico in cielo? Se non hai qualche simpatia tra i santi, è meglio rimediare!

Vorrei che ricordaste tra i santi intercessori anche i vostri santi famigliari, le tante persone che vi hanno voluto bene e che sono già tra le braccia di Dio.

Braccia sicure e belle sono quelle di Maria. Nella recita del Rosario, oltre a ripetere insistentemente a Maria di pregare «per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte», vengono rivolte tante invocazioni rivolte ai vari nomi di Maria dicendo: «Prega per noi». Lei ha una grande influenza presso Dio e dicono che Gesù le dia sempre ragione, la assecondi sempre.

Il luogo dell’incontro degli amici di Dio tra loro è l’oasi del battesimo: lì siamo nati tutti. Ma soprattutto da lì nasce la vocazione a una relazione speciale con il Signore Gesù e tra tutti i membri della Chiesa; lì iniziamo a sentirci responsabili gli uni degli altri e a intercedere perché il Signore Gesù, il risorto, dia anche a me e ai miei amici e compagni la forza di seguirlo, senza paura.

Sì, noi siamo amici di Dio e fratelli tra noi: per questo possiamo intercedere gli uni per gli altri, per questo il Papa chiede di pregare per lui e anch’io mi metto in fila per chiedere una vostra preghiera. Anzi vi confido che ho accettato di fare il vostro vescovo contando sulla preghiera di tanti.

Tra noi pellegrini ancora su questa terra alcuni hanno una possibilità di essere ascoltati più particolare: sono i poveri, gli ultimi, gli ammalati, gli anziani (che spesso hanno il carisma come Simeone e Anna della intercessione). Se queste persone privilegiate dal Signore intercedono per me perché mi fidi di lui, perché mi abbandoni senza troppe resistenze alla sua volontà e ai suoi disegni so che troverò la forza e il coraggio di dire “eccomi”, come Maria, e di incoraggiare anche te, come facevano gli apostoli, a consegnarti a Dio, senza riserve e senza paure.

Qualcuno pregherà e intercederà per me perché quelle che io interpreto come “pretese” di Dio” suonino come dolci parole? Spero di sì.

E io intercedo per voi.

+ don Claudio, vescovo

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