Rito dell'elezione dei catecumeni

Mercoledì delle Ceneri, 25 febbraio, saranno una trentina i catecumeni della nostra Diocesi che parteciperanno al rito dell'elezione o dell'iscrizione del nome, presieduto dal vescovo Antonio alle ore 21 in Cattedrale a Padova. Questo rito definisce il senso della chiamata decisiva: il catecumeno diventa un eletto a cui si richiede «una fede illuminata e una ferma volontà di ricevere i sacramenti della Chiesa nelle prossime feste pasquali».

Il rito dell’elezione risale alla fine del III secolo. Con esso la Chiesa si assume la responsabilità dell'idoneità della persona a ricevere i sacramenti. Questa tappa suppone una conversione di tutta la vita a Gesù, una fede illuminata, un'esperienza di vita nella Chiesa.

Al catecumeno è chiesta la fede che apre al desiderio di ricevere i sacramenti.

La tappa del rito di elezione significa:
  1. da parte della Chiesa, una sollecitudine più attenta per i catecumeni: sono chiamati eletti, perché coloro che Dio ha scelto di chiamare ai sacramenti ora sono designati dalla Chiesa come tali;
  2. da parte del vescovo (o del presidente) la presa d’atto dello stato di preparazione dei catecumeni;
  3. da parte dei padrini, la testimonianza della fede a favore dei catecumeni. In particolare, i padrini esercitano per la prima volta il loro ruolo liturgico. Accompagnando i catecumeni, rendono la loro testimonianza davanti all’assemblea;
  4. da parte dei catecumeni questa tappa manifesta la loro volontà di ricevere i sacramenti iscrivendo il proprio nome sul registro dei futuri battezzati.
Il rito è preceduto dalla richiesta ufficiale di iscrizione nel Libro dei Catecumeni da parte del garante. Mentre al padrino viene chiesto di testimoniare sulla vita di fede del catecumeno.
Dopo l’iscrizione del nome vi è la “preghiera per gli eletti” (i catecumeni) e il congedo.
Con il rito dell’elezione inizia per i catecumeni l’ultimo periodo di più intensa preparazione ai sacramenti dell'iniziazione cristiana, che verranno conferiti durante la Veglia di Pasqua. Si tratta di un tempo di ritiro e di preparazione: quaranta giorni, che richiamano i quarant’anni nel deserto raccontati dall’Esodo e i quaranta giorni di digiuno vissuti da Gesù nel deserto prima di iniziare la sua vita pubblica. Gli eletti saranno chiamati a vivere un tempo di prova che parli a loro ulteriormente di Dio: è  il tempo della purificazione. 
Il Battesimo, la Cresima e l'Eucaristia (sacramenti dell'Iniziazione cristiana) inseriscono l'uomo nella luce del mistero pasquale, reintegrando l'uomo nell'amicizia e nella relazione con Dio. Evidentemente questo abbatte ogni ostacolo che si è creato tra la creatura e il Creatore; in modo mirabile i catecumeni entrando in questa relazione avranno perdonati tutti i peccati commessi precedentemente.
In questo senso “purificazione” indica quindi il ristabilire una comunione con Dio che il peccato aveva infranto.
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