Quattro consigli per comporre un bollettino parrocchiale

Cristina Berto, esperta in grafica e web design, suggerisce alcuni elementi di base

Dopo una prima rapida analisi degli elementi giunti in redazione, Cristina Berto, collaboratrice dell’Ufficio comunicazione ed esperta di grafica e web design ci suggerisce alcuni semplici consigli che possono orientare chi compone il bollettino parrocchiale.

Si tratta di attenzioni di base che, però, non sempre abbiamo visto rispettate nella realizzazione pratica dei foglietti periodici, indipendentemente dal formato.

Questo primo vademecum sulla composizione grafica dei bollettini è uno strumento agile che può essere fruito dai parroci e da quanti nelle comunità si occupano – e preoccupano – della stesura del foglietto settimanale. Il vademecum è il primo frutto del lavoro di analisi che l’Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali, grazie ai coordinatori vicariali della comunicazione, sta affrontando sui bollettini parrocchiali, dopo esser riuscito a raccogliere per ciascuna parrocchia, una copia del numero stampato la seconda domenica dopo Pasqua. E su queste, grazie anche a una ricercatrice universitaria sta affrontando un serio lavoro di studio e di confronto, che verrà a completare la ricerca Sonar sulla comunicazione nella Chiesa padovana affidata all’Osservatorio socio religioso del Triveneto. Passaggi più cospicui verranno quindi prodotti al termine della ricerca e analisi completa.

I bollettini sono 200mila e ogni settimana trovano spazio alle porte della chiesa, nelle cassette della posta o addirittura sui banconi del bar del paese. Di fatto si confermano come lo strumento di comunicazione ancora più “gettonato” dentro le nostre comunità cristiane.

«Pur essendo il più diffuso – afferma don Marco Sanavio, direttore dell’Ufficio diocesano delle comunicazioni sociali –  dalla ricerca Sonar emerge come il bollettino non riesca sempre a rappresentare la vita delle comunità. Come ha opportunamente rilevato il professor Alessandro Castegnaro, curatore di Sonar, non è detto che eventi di rilievo che toccano la comunità rientrino, poi, nelle notizie che vengono pubblicate nel fine settimana».

Da qui la necessità quindi di ritrovare la mission di questo strumento che è sempre più necessario arrivi a coordinarsi con gli altri mezzi scelti dalla parrocchia per comunicare (dal sito alla pagina facebook, dall’email al messaggio whatsapp).

«Venerdì 16 giugno scorso – prosegue don Sanavio – nella riunione triveneta dei direttori degli Ufficio comunicazioni sociali, abbiamo scoperto con sorpresa che anche le diocesi di Verona, Udine e Trento stanno compiendo ricerche sugli strumenti di comunicazione delle parrocchie e sui bollettini. La diocesi di Trento, in particolare, ha commissionato all’agenzia Swg una ricerca per certi versi simile a Sonar, sullo stato della comunicazione in diocesi. Quest’attenzione alla capillarità delle informazioni sul territorio ci porta a concentra e energie specifiche per aiutare le comunità sul territorio a comunicare in modo più efficace».

Al termine dell’incontro, infatti, la Commissione regionale del Triveneto per le comunicazioni sociali ha scelto di elaborare un progetto comune proprio per poter fornire in futuro strumenti più adeguati a parrocchie e vicariati, utilizzando al meglio gli strumenti già messi a disposizione da tempo dalla Conferenza episcopale italiana.

 

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