Il vescovo Antonio in Thailandia/2

Prosegue il diario di viaggio di don Gaetano Borgo, direttore del Centro missionario diocesano, in questi giorni in Thailandia con il vescovo Antonio.
Una visita che ha visto un momento clou sabato 18 gennaio, con l'inaugurazione del primo monastero benedettino del paese. Un “sogno” del vescovo di Padova che si è realizzato. Ora alla periferia di Chiang Mai c'è Cielo di Thailandia questa casa monastero che può ospitare fino a dieci monaci e disponde di otto posti in foresteria. Attualmente ci sono quatto monaci vietnamiti e l'abate Stephan. La loro vita, ritmata dall'ora et labora, è un nuovo segno e una presenza viva anche in questa zona dove la familiarità con il monachesimo buddista è forte.
Per mantenersi i monaci coltivano la terra. All'inaugurazione ha piacevolmente sorpreso la presenza di quasi 400 persone. Hanno celebrato questo storico momento il vescovo di Chiang Mai Francesco Saverio Veira, il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo e l'abate Stephan Huynh.
 
 
Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie
 
 
 
Di seguito il diario di viaggio di don Gaetano Borgo:
 
sabato 18 gennaio 2014
Il silenzio del luogo che ci  ospita ci  introduce alla preghiera delle lodi. Il breve salmo 116 fa sintesi di queste nostre giornate vissute a contatto con questa grande realtà che ha bisogno di piccoli passi, di semplici inizi, ma lo sguardo che ci dona la preghiera è un orizzonte più grande quello ecumenico, proprio oggi inizio della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani: «lodate il Signore, popoli tutti, 
voi tutte, nazioni, dategli gloria;
perché forte è il suo amore per noi 
e la fedeltà del Signore dura in eterno».
Don Giuseppe ieri sera non era con noi alla grande festa, era con un gruppo di universitari, che la parrocchia sta seguendo, alcuni sono battezzati, alcuni catecumeni, altri si affiancano, cercano. Il racconto del don ci appassiona, una piccola casa della parrocchia a Chiang Mai, accoglie questi ragazzi che vengono dai villaggi, se non ci fosse sarebbero dispersi, ecco che ogni settimana il cenacolo si riunisce, l'eucarestia è un abbraccio per questi giovani in cammino. Da noi si chiama pastorale universitaria, qui potremo chiamarla come suggerisce Pietro negli atti degli apostoli «in casa di Cornelio»
Oggi, è un bel giorno! Il vescovo Antonio partecipa a un evento importante nella Diocesi di Chiang Mai: la benedizione del primo monastero benedettino in Thailandia, e l'inizio della comunità monastica di quattro monaci vietnamiti con l’abate Stephan, conosciuto a Praglia dal vescovo Antonio. In quell’occasione il vescovo ha lanciato questo sogno, donare alla chiesa thailandese, dove i monasteri buddisti sono a ogni angolo, la nostra vita monastica, quella antica di Benedetto, per dialogare, per confrontarsi, per essere e stare in mezzo a loro. Di anni ne son passati, e lo Spirito apre le porte! I have a dream ha esordito il vescovo Antonio nel momento del saluto e dei ringraziamenti, un sogno che si concretizza grazie al supporto di tante e tante persone che hanno creduto a questo progetto! Ha fatto dono di un’icona mariana, 
«Maria accompagni e cadenzi i vostri passi, ritmi l'ora et labora quotidiano, siate segno, siate sguardo di Dio in mezzo a tutta questa bellissima gente che oggi è stata richiamata qui da questo nuovo inizio». Il vescovo Veira ha abbracciato il vescovo Antonio, come segno di un grazie infinito, grazie per l’esperienza di Aquileia, grazie per vescovi del Triveneto e i loro preti che qui lavorano. L’abate Stephan, con il suo fisico asciutto e umile, ci ha riempito di parole del cuore, non pensava ha detto che quasi 400 persone oggi avrebbero partecipato: una grazia! 
Il lavoro silenzioso dei monaci è iniziato, dentro a questo monastero che hanno voluto chiamare Cielo di Thailandia. Eh si, il cielo oggi è meno lontano, all'orizzonte tocca la terra.

domenica 19 gennaio 2014
La sera di ieri si è conclusa con una visita molto interessante al Monastero buddista della città. Le spiegazioni di don Attilio de Battisti e don Piero Melotto ci hanno introdotto in un mondo che loro affiancano e amano ogni giorno. Primi passi necessari della realtà presente, in ascolto e in accoglienza di gesti, forme, riti particolari, ma vivi dentro alla realtà e alla vita dei Thai. 
L’alba si presenta ed è domenica, per noi è l’ultimo giorno accanto alle comunità cristiane e ai fidei donum in Thailandia. È giorno di festa è vero, ma qui la vita per le strade si muove in modo consueto, chi va al lavoro, chi va ai mercati che si animano di mattino presto, tutto si muove come sempre. Anche il cortile della parrocchia di San Francesco si anima di vita! Il parroco don Giuseppe Berti accoglie i fedeli Thai, Kariani, Birmani, di ogni età, provengono dai vari quartieri dove abitano. Solitamente qui al centro ci sono due messe, e una al pomeriggio presso il villaggio di Papae a 65 km da Lamphum, di etnia Karen, qui nel 2013 il vescovo Veira ha inaugurato la nuova cappella, dedicata a Santa Chiara. Oggi per la comunità è un momento bello, un vescovo del Triveneto fa loro visita! Il canto di lode ci introduce a questo momento di gioia. Mons. Antonio propone alcune riflessioni per la comunità che vengono tradotte da don Giuseppe.
«È la sesta volta che vengo tra voi, ed è una gioia, condividere la stessa fede e lo stesso battesimo, siamo figli di uno stesso Padre, fratelli in Gesù Cristo e siamo qui per approfondire l 'amore di Gesù per noi. La sacra scrittura ci aiuta e il Vangelo in modo particolare per conoscere bene Gesù, ma per capire in profondità abbiamo bisogno della luce dello spirito donataci nel Vangelo… Oggi il Vangelo è veramente per per noi: Gesù è l’agnello di Dio, Gesù è figlio di Dio, Gesù è la luce per tutte le genti. Ecco perché i nostri preti del Triveneto sono qui, per accompagnare e condividere con voi la fede in Gesù! Sono qui con voi per annunciare la cosa più bella: Dio si è fatto uomo per amore, per stare con noi. Il Dio che Gesù ci rivela è il Dio che ci vuole bene. Siamo qui in giorno di festa per imparare il suo amore e testimoniarlo ogni giorno, e Gesù è qui con noi oggi, è l’agnello che si offre per noi, e ci insegna quell’amore che dona vita, la nuova vita. Vogliamo avere una coscienza profonda che Gesù ci ama, allora in famiglia, al lavoro, nella società testimoniamo questo amore che noi sperimentiamo. Abbiate allora atteggiamenti di speranza. Con tanta gioia chiedo al Signore che vi accompagni con la sua benedizione insieme con i vostri sacerdoti, e io ritornando in Italia vi portò nel cuore, nel profondo del cuore perché mi siete cari».
Al conclusione Wisaan, presidente del Consiglio pastorale consegna al vescovo parole di profonda gratitudine: «Per noi è doppiamente festa, la sua presenza ci fa gioire! Tutta la nostra comunità ringrazia lei e il progetto Triveneto fidei donum. Pensare di poter celebrare e di crescere nella fede è un dono, mantenere questa fedeltà non è facile, prima eravamo a centinaia di km da una chiesa, da una presenza, oggi attraverso questi vostri e nostri preti si sta realizzando una vera comunità. Le doniamo questi fiori segno della nostra fede, semplice ma profumata, fresca ma sempre bisognosa di acqua nuova. E nel suo ritorno ci porti con sè, e dica a tutti la nostra felicità per questo cammino di fede nella bella comunità di San Francesco». Il vescovo Antonio fa dono alla comunità di un calice e di una patena per la celebrazione, perché nell'eucarestia rinasca quotidianamente la nostra comunione e condivisione di chiese sorelle.
C’è il tempo, prima del pranzo, di visitare una famiglia cristiana provenienti dalla Birmania. L’accoglienza è fatta di cose semplici, di occhi che ringraziano reciprocamente. Siamo sulla via del ritorno ormai ed è il vescovo oggi che accoglie il dono di essere fidei donum per la diocesi, testimone del bene condiviso, testimone della fede ricevuta da queste comunità e da queste famiglie incontrate nei villaggi sperduti, nei quartieri delle città, nell’amicizia fraterna del vescovo Francesco Saverio, di don Piero, don Raffaele, don Bruno, don Giuseppe, don Attilio e don Bruno.
Ormai mancano poche parole per chiudere quest’esperienza e sento belle quelle di Paolo della liturgia di stamane che rivolgerei a questi amici cristiani con i quali abbiamo condiviso momenti importanti e indelebili: Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, alla Chiesa di Dio che è in Chiang Mai, a Chae Hom, a Lamphun, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!
condividi su