Don Vittorio Gobbin riposa ora tra le braccia del Padre

Le esequie martedì 16 settembre 2025 alle 16 nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Don Vittorio Gobbin

Codiverno (PD), 03.01.1937 – Padova, 12.09.2025

Nella giornata del 12 settembre 2025, don Vittorio Gobbin è deceduto improvvisamente nella sua abitazione alla Mandria (Padova).

Era nato a Codiverno il 3 gennaio 1937, figlio di Fortunato e Giuseppina Cappellari. Nei confronti della famiglia aveva custodito un bene discreto, pieno di gratitudine soprattutto verso le sorelle Clara, Maria e Silvana che lo avevano sostenuto negli anni di Seminario, dopo la prematura morte dei genitori. Trasferitosi presso la Madonna Pellegrina in Padova, era stato ordinato presbitero l’8 luglio 1962 («Un pensiero filiale va a Mons. Girolamo Bortignon, mio padre nel sacerdozio, i cui esempi mi hanno sempre attratto, anche se non sempre ho saputo imitarli»).

Per 10 anni fu cooperatore a Cristo Re in Padova. Gli anni giovanili del suo ministero sono stati caratterizzati dall’esempio profondo di fraternità presbiterale con il parroco don Romeo Silvan (assistito in modo filiale nella lunga malattia fino alla morte) e con l’altro cooperatore don Danilo Serena, oltre che caratterizzati dal forte impegno per l’accompagnamento spirituale di tanti e tante giovani che ancor oggi, dopo decenni, ricordano con gratitudine profonda la vicinanza e l’entusiasmo dei due preti, esigenti ma capaci di vera amicizia.

La prima esperienza di parroco, iniziata nell’ottobre 1972, lo vede nella parrocchia di Mandria, nella cintura urbana, dove don Vittorio si spende non solo nell’avvio di percorsi di catechesi e formazione di giovani e adulti, sempre con una spiccata declinazione vocazionale a tutto campo, ma anche nella ridefinizione complessiva delle opere parrocchiali con la ristrutturazione della chiesa e l’acquisto della vicina casa colonica trasformata in centro parrocchiale, coinvolgendo i capi famiglia e gestendo con oculatezza e trasparenza ingenti risorse economiche. Così lo ricorda un giovane di allora: «Ha portato nella nostra parrocchia l’entusiasmo della sua gioventù pastorale, trasformandola non solo attraverso le nuove strutture, ma soprattutto creando un vero senso di coesione, fondata sulla fede e l’essere Chiesa. Sono stati anni bellissimi in cui ci ha aiutato a crescere con una visione alta della vita e della Chiesa, diventando punto di riferimento, padre, amico, supporto». E suor Marta Pettenazzo, già Provinciale delle Suore delle Missioni Africane (SMA), ora in missione in Algeria, scrive: «Grande è il privilegio di averlo avuto come padre, maestro e consigliere, soprattutto nei momenti cruciali della mia vita».

Nel febbraio 1983 giunge il trasferimento a Santa Maria delle Grazie in Este. Nella cittadina vive anni molto intensi sia dal punto di vista spirituale e pastorale (il grande sostegno ai laici e al consiglio pastorale, l’attenzione liturgica, la sensibilità missionaria e mariana, le iniziative di solidarietà e i pellegrinaggi) che sul piano delle realizzazioni (come la riapertura della chiesa di San Martino, gli interventi nel patronato, nella scuola dell’infanzia, nella basilica e, soprattutto, il restauro dell’icona della Madonna delle Grazie, con le annesse celebrazioni). Don Vittorio è affiancato da giovani vicari, ma ad Este ritrova, quale arciprete del Duomo, don Danilo Serena: sono anni di feconda collaborazione tra i due che segnano in profondità non solo le rispettive parrocchie, ma l’intera Città di Este. Concludendo qualche anno dopo il suo ministero, scriveva ai parrocchiani: «Per me siete stati Provvidenza di Dio, presenza del Signore. Vi porto nel cuore ogni giorno, nel mio calice, così sarete sull’altare di Dio con me. Ogni sera, chiudendo la mia giornata, sono solito benedire i miei parrocchiani e quanti lo sono stati nel passato. Sappiate che ogni sera avrete ancora la mia benedizione».

«Passo dal cuore della Madre al cuore del Figlio, da un santuario all’altro». In effetti, don Vittorio, nel 1995 era stato inviato come parroco al Sacro Cuore di Gesù in Padova. Inizialmente non aveva vissuto serenamente la proposta, ma lo spirito di obbedienza che lo contraddistingueva lo portò ad accettare: «Anche se il sì mi è costato fatica, l’ho pronunciato guardando a Maria». Nel saluto iniziale ai parrocchiani scriveva: «Vi saluto cordialmente con cuore di padre, di fratello, di amico. Da oggi siete la mia famiglia. Vi assicuro, vengo con gioia, vengo volentieri tra voi. Chi sono io? Chi siete voi? Il giorno in cui, non solo i nostri occhi, ma anche i nostri cuori si saranno incontrati, sapremo chi siamo e faremo un mondo di bene insieme, perché il Signora sarà con noi. Abbiamo bisogno, dopo esserci incontrati nei cuori, di mettere insieme tutto quanto abbiamo. Solo così, la nostra, sarà una parrocchia viva e feconda di tanto bene».

Sono gli anni della piena maturità pastorale. Don Vittorio è chiamato a raccogliere l’eredità di don Paolo Rosso e di don Giuseppe Bragagnolo: il primo fondatore della parrocchia, ricordato come il “prete della carità”, e il secondo che ne era diventato parroco dopo lunghi anni di servizio in Kenya, dando alla parrocchia una forte connotazione missionaria. Nei 19 anni trascorsi al Sacro Cuore di Gesù, don Vittorio fu instancabile su tutti i fronti, anche se non mancarono problemi di salute: imparò a farsi aiutare, dai suoi vicari anzitutto e da numerosi laici. La parrocchia crebbe non solo nei numeri, ma anche nella qualità: grande è l’apporto degli aderenti all’Azione cattolica per un nuovo impulso agli organismi di comunione, in particolare il consiglio pastorale; partono in via sperimentale i percorsi di Iniziazione cristiana; crescono i gruppi giovanili e si ravviva l’animazione alla carità attraverso il Centro di ascolto e il servizio di buon vicinato. Don Vittorio segue personalmente in particolare la formazione dei catechisti e degli operatori della carità; mensilmente visita gli ammalati, cura con grande fervore la liturgia, promuovendo il gruppo liturgico e favorendo la nascita dei diversi cori. Propone gli esercizi spirituali aperti, all’inizio della Quaresima, invitando predicatori qualificati. L’attenzione ai genitori della Scuola dell’Infanzia, condotta dalle Suore del Divino Zelo con le quali vive una vera esperienza di fraternità, porta alla costituzione di un numeroso Gruppo famiglie, grazie al quale prende avvio l’esperienza del Circolo Noi. Nonostante una lesione alle corde vocali, che ne aveva compromesso l’uso della voce impedendole il canto di un tempo, era innamorato della musica classica, in particolare della musica liturgica polifonica: per questo motivo dota la chiesa del Sacro Cuore di un magnifico organo, promuovendo una rassegna organistica annuale. Col tempo emerge l’umanità piena di Don Vittorio che mitiga anche il suo carattere spesso irruento e focoso, lasciando spazio ad una tenerezza che sempre lo aveva caratterizzato, ma che prima riservava ai momenti meno appariscenti.

Nel settembre 2014, ormai avanti con gli anni, aveva deciso di tornare ad abitare alla Mandria ed era stato nominato Assistente spirituale alla vicina Opera Immacolata Concezione – Civitas Vitae A. Ferro, impegnato a seguire gli ospiti e il personale in maniera continua e senza risparmio. Raccontava di una vocazione nella vocazione, avendo visto nel volto di tanti suoi coetanei lo sguardo di Gesù che dice “Ho sete”: sete di vicinanza e compagnia, sete di conforto e di condivisione, sete di Dio.

Don Vittorio curava molto la sua formazione pastorale e culturale, leggendo libri e riviste di saggistica e, quando gli impegni lo permettevano, partecipando a qualche convegno. Pochi sanno che in gioventù aveva conseguito la laurea in Lettere moderne presso l’Università di Padova e la Licenza in Teologia pastorale, facendo il pendolare tra Padova e Roma.  

Lascia a molti una testimonianza di vita presente e discreta, una spiritualità solida (se ne ricorda la foga e la passione nello spiegare la parola di Dio); la severità nei modi, ma la schiettezza e la capacità di confidenza, di generosità convinta. Paterno, energico e paziente allo stesso tempo, ospitale e cordiale, incoraggiante e sorridente, fu pienamente umano nel vivere le vicende altrui, per quanto «vulcano di iniziative».  Don Vittorio non mancava mai di esprimere la sua gratitudine verso la Chiesa di Padova, i suoi vescovi e, soprattutto, verso il Seminario: gratitudine che si faceva concreta attraverso la preghiera e il forte impegno vocazionale, grato di quanto ricevuto dall’esempio dei giovani preti collaboratori e dalle vocazioni nate nelle diverse comunità. 

«Vergine delle Grazie, prega per noi! Cuore Sacratissimo di Gesù, confidiamo in te» (15.10.1995)

È possibile visitare la salma di don Vittorio presso la cappella della chiesa parrocchiale di Mandria (ore 9-12, 15-19). Lunedì 15 settembre vi sarà la preghiera del rosario alle 20.45 nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù ed una veglia alle ore 21 nella chiesa di Mandria.

Le esequie saranno celebrate dal vescovo Claudio martedì 16 settembre, alle ore 16, presso la chiesa del Sacro Cuore di Gesù. La salma sarà poi accompagnata nella chiesa di Codiverno, dove alle 19.30 vi sarà la preghiera del Rosario e il mattino seguente, alle ore 9, un momento di preghiera che precederà la tumulazione nel cimitero locale.

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