La Parola in scena

Profumo di pane: ragazzi a teatro con la storia di Ruth

profumodipane

La Bibbia a teatro. Quando la fede passa anche attraverso le scene. È quanto accade con Profumo di pane, lo spettacolo proposto dalla compagnia teatrale Barabao (www.barabaoteatro.it) che da un anno incontra bambini e ragazzi, catechisti e insegnanti di religione raccontando la storia di Ruth e della suocera Noemi. Con il linguaggio, appunto, del teatro.

«Stiamo lavorando davvero molto con il patriarcato di Venezia e la diocesi di Torino – spiega Cristina Ranzato, con la sorella Romina, autrice e attrice della pièce – ma l’idea è nata grazie al contributo importante di don Marco Sanavio e quindi con l’ufficio comunicazioni della diocesi di Padova. Avevamo da tempo il desiderio di portare in scena un testo biblico: con lui abbiamo individuato la storia di Ruth e costruito, con la sua supervisione, il canovaccio. È stato un desiderio che ha preso forma: con timore e gioia!».

La storia

Profumo di pane è una commovente storia dalle note profumatamente femminili. Ruth la protagonista di un racconto che inizia in lutto, rimasta vedova in giovane età decide di rimanere accanto alla suocera Naomi, vittima dello stesso doloroso destino. La fuga sarebbe la reazione che verrebbe istintiva a chiunque, il ritorno alla casa paterna, la voglia di ricominciare daccapo per un nuovo futuro, ma Ruth sorprendentemente dice NO «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò». Insieme, nonostante il dolore, insieme, nonostante la povertà, insieme, nonostante tutto… fino alla fine, al lieto fine.

La vita, torna a sorprendere, offrendo nuove possibilità per chi è pronto a coglierle e Ruth dopo aver raccolto da terra il grano avanzato dalla mietitura, dopo aver elemosinato il pane, tornerà a sorridere e diventerà madre, e nonna, e bisnonna di un uomo chiamato Davide.

mano Teatro e catechesi – I temi

Il 5 gennaio Profumo di pane andrà in scena alle 16.30 nel circolo culturale Carichi sospesi a Padova (zona Portello) e il 6 gennaio alle 15 nel teatro Dario Fo a Camponogara.

«È uno spettacolo del Teatro ragazzi e per questo entra anche in ambiente non per forza cattolici – aggiunge Cristina –  I temi affrontati, inoltre, sono davvero quotidiani, pur partendo da una storia scritta secoli fa: i due nuclei principali sono  lo straniero, cioè il trovarsi in terra straniera e accettare il diverso, per cultura e origini; e l’amore e la solidarietà che lega due donne e la forza che le spinge insieme ad affrontare il destino».

Sullo sfondo della vicenda messa in scena la città di Betlemme. «È la città del pane e Ruth era una spigolatrice. Da qui la scelta di titolare lo spettacolo Profumo di pane. Oltretutto siamo convinte che la presenza di Dio nella vita di ognuno dia profumo all’esistenza!».

 

mano Teatro e catechesi – Le reazioni dei ragazzi

Con affetto e timore, Cristina e Romina hanno quindi preso in mano il testo biblico, adattandolo a un pubblico di ragazzi.

«È sempre stupendo vedere come interagiscono con le parole, le immagini, gli stimoli che lanciamo dal palco. Alla fine fanno domande sui personaggi, vogliono entrare nel simbolismo degli oggetti che portiamo in scena. È davvero una parola che prende vita!».

Il teatro va, quindi, riscoperto e valorizzato come veicolo ed espressione importante per la catechesi e in particolare per il cammino rinnovato di iniziazione cristiana che si sta affrontando come diocesi. «Il teatro a livello emozionale trasmette molto di più – ribadisce Cristina – ai ragazzi rimane il calore emotivo della storia rappresentata, del momento magico creato e al tempo stesso del dramma che si porta a rappresentare. Suscita poi domande e resta impresso nella memoria. Il Teatro può essere un mezzo, un modo per parlare alle persone e di persona, senza schermi né barriere; la Bibbia può essere un pacco a sorpresa pieno di storie, storie ricche di valore, piene di parole balsamiche, curative».

 

mano E la Misericordia ancora attuale

La misericordia è fatta di gesti, anche piccoli, ma reali. Ruth dice chiaramente NO, NON TI LASCIO SOLA.

«In un momento storico in cui la religione è guardata con timore, la proposta è quella di non perderne i valori universali – sottolineano le due sorelle Ranzato – Così anche per Ruth, in quel viaggio che chiamiamo vita la strada è fatta di fiumi da guadare, sentieri da non perdere, mari in tempesta, tramonti da togliere il fiato, grano da raccogliere e in tutto questo siamo al centro di un cerchio che è la nostra famiglia, ma più in grande i nostri amici, ma più in grande il nostro paese, il mondo! La Misericordia può essere il fine, l’altro un compagno di viaggio, di quel viaggio che è la vita».

Claudia Belleffi

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