Festa di Santa Giustina
7 ottobre 2025
Basilica di Santa Giustina – Padova
Omelia
Giustina è il nome della giovane donna di cui fin dall’antichità, in questa Basilica, onoriamo la memoria. Un nome che rivela un disegno eterno, una vocazione; un nome che ricorda la storia di una comunità di cristiani e della Chiesa universale. Giustina, per questo suo valore esemplare e per la sua testimonianza, è raffigurata ad esempio nei mosaici, risalenti al VI secolo, della basilica Eufrasiana di Parenzo come pure nella basilica di Sant’Apollinare di Ravenna.
Un nome che riporta ad una persona con le sue relazioni, le sue amicizie, i suoi affetti, la sua personalità e unicità. Quello di Giustina ci ricorda anche quella fede iniziale che in questo territorio andava crescendo e rafforzandosi. Una fede accolta e confermata anche a costo della vita: il suo “christiana sum” professato pubblicamente, come narra l’agiografia, fu la sua condanna a morte e la testimonianza della sua fedeltà.
Una donna nella Chiesa ha un nome, un nome scelto da chi l’ha accolta ed amata, ma fatto proprio da Dio stesso tanto da essere scritto in cielo.
Con quel nome una donna viene chiamata e riconosciuta come figlia, sorella, amica, madre. Ma è la relazione con Dio – l’essere figli di Dio – che dà al cristiano, stabile e definitiva identità.
I fratelli e le sorelle cristiani, discepoli di Gesù, ritengono fondante il riconoscimento del Padre che sta nei cieli. Il nome di Giustina, proclamato dal cuore e dal pensiero di Dio, è il fondamento dei riconoscimenti che possiamo dare noi credenti e discepoli a una persona. Anche quando un volto e una storia umana fossero deturpati restano preziosi presso il Padre che è nei cieli.
Le donne e gli uomini cioè non sono innanzitutto un “genere”, ma sono singole persone, doni offerti alla storia e alla Chiesa: sono singoli e irripetibili volti, persone diverse e uniche. Ognuna, come ogni uomo, è figlia di Dio, da lui accolta, amata e custodita con amore di padre.
Giustina è uno dei doni fatti alla nostra Chiesa di Padova. Così interpreta il salmo 8 un poeta: «Che cosa siamo noi, che cosa è l’uomo per te, perché te ne curi? Perché sembri soffrire e quasi piangere per noi mortali…?». Importante è mettersi in ascolto della voce che il Signore rivolge ad ogni uomo e ad ogni donna, in contemplazione del suo sguardo verso ogni persona: dalla voce e dallo sguardo di Dio scopriamo la vocazione e la dignità di ciascuno e di ciascuna. Vediamo l’identità originaria durante i giorni che passano, quelli della nostra vita, in attesa di realizzare nel cielo – dove è depositato il nostro nome – il nostro vero e definitivo volto: la vita diventa il tempo per scrivere la nostra personale icona di Gesù.
Si tratta, quindi, di partire da una persona e da un volto a cui è rivolto l’amore di Dio, così come è rivolto a ciascuno di noi. È dal Padre, di cui Gesù ci ha manifestato il cuore misericordioso e amoroso che Giustina ha ricevuto la sua vita, la sua vocazione e la forza di aderirvi: il coraggio della vita e la forza di fare della vita un dono.
Dal Vangelo e dalla certezza di essere conosciuti per nome, troviamo l’energia per promuovere una nuova cultura fraterna. La stessa santa Giustina non è una donna sconfitta: è stata uccisa, ma non sconfitta, perché ha avuto la forza e il coraggio di portare la sua dignità di donna attraverso le fatiche della storia, sentendosi amata da Dio e amando profondamente: «Signore Gesù Cristo, accogli il mio spirito nel tuo riposo, perché ti ho sempre amato e a tutto ho anteposto il tuo amore» si dice siano state le sue ultime parole.
Con lei chiediamo che ci siano anche oggi donne che si sentono amate e che sanno amare.
Le parole rivolte da Gesù a Maria sua madre, sotto la croce «donna ecco tuo Figlio» oppure alle nozze di Cana: «che cosa c’è tra me e te o donna» e il suo modo di rivolgersi a Maria Maddalena nel giardino del sepolcro: «Donna, perché piangi?» lasciano intendere che in queste donne è rappresentata la Chiesa stessa, è rappresentato il popolo dei credenti, è rappresentata l’umanità: ogni uomo e ogni donna. L’amore di Dio è per tutti gli uomini e le donne; è donato a ciascun uomo e a ciascuna donna.
Ogni sopruso, ogni discriminazione verso una sorella o un fratello sono offesa a Dio. La nostra stessa relazione di fede in Dio e nel suo amore è misurata e raccontata dalle nostre relazioni con i fratelli e le sorelle, figli e figlie di Dio.
Il Vangelo introduce non a strade di violenza, di divisione, di contrapposizione, di abuso ma a strade di pace, di fratellanza universale, di rispetto reciproco. Nell’altro e nell’altra vediamo impresso l’amore dell’unico Padre celeste.
A santa Giustina la palma della vittoria per essere arrivata tra le prime a parlare della grandezza di una donna!
+ Claudio Cipolla, vescovo
