Ordinazione presbiterale 2025

08-06-2025

ORDINAZIONE PRESBITERALE

Solennità di Pentecoste – Domenica 8 giugno 2025

Padova, basilica Cattedrale

Abbiamo invocato lo Spirito del Padre celeste e del suo Figlio Gesù; abbiamo accolto la testimonianza degli Apostoli contenuta nel libro che Luca ci ha lasciato per parlare dell’azione dello Spirito Santo agli albori della Chiesa.

È Pentecoste: il mistero della Pasqua è compiuto e completo e quindi l’amore di Gesù e del Padre è riversato nella nostra vita. Questo dono è per sempre; per sempre scaturisce dal loro cuore per eccedenza, per dare vita e vita in abbondanza.

Lo Spirito ci accompagna, ci protegge e ci difende: è chiamato “Paraclito”, dono del Dio altissimo, fonte viva, fuoco, carità, santa unzione! Lo Spirito paraclito non solo difende noi e la nostra fede dal mondo e dalla mondanità ma è paraclito, difensore, avvocato di Gesù stesso quando noi lo ricusiamo o lo accusiamo o lo dimentichiamo. Lo Spirito difende Gesù anche da noi stessi: nelle fatiche, negli abbandoni, negli odi e negli egoismi, nello scoraggiamento e nelle stanchezze.

Lo Spirito del Padre difenderà il Signore Gesù da noi stessi così che non riusciremo ad allontanarlo dalla nostra vita: ha preso dimora presso di noi!

Lo Spirito ci aiuterà anzi a crescere nella conoscenza del mistero di Dio e ci insegnerà ogni cosa riportandoci continuamente alla rivelazione che nella persona di Gesù e nella condivisione della sua con la nostra vita, è giunta al nostro cuore. In particolare nel corso degli anni ci insegnerà ad amare come lui ha amato noi, ci insegnerà a percepire e ad accettare il suo amore e a gioirne.

Gli impegni che ci assumiamo come presbiteri sono segno di un cammino di amore; un amore che ci permettere di reggere delle rinunce e di viverle non per legge ma per amore. Alessandro e Marco rinunciano, con l’impegno al celibato, a formare una propria famiglia di sangue o ad avere una relazione affettiva personale; rinunciano con l’impegno dell’obbedienza alla propria autodeterminazione consegnandosi alla volontà della Chiesa e di Dio. Celibato ed obbedienza, come avviene anche per il matrimonio cristiano e per la vita consacrata, sono segno di donazione, di fiducia, di amore. Ci raccontano che siamo giunti alla libertà umana e spirituale dei figli di Dio, liberi dal nostro io pur consapevoli che si tratta di una libertà da custodire giorno dopo giorno.

Lo Spirito però non solo ci accompagna e difende, non solo ci fa crescere nella conoscenza di Dio: lo Spirito “crea”!

“Veni Creator Spiritus”! Vieni Spirito creatore! La terra infatti è piena delle sue creature: la vita delle piante e degli animali, dei cieli e dei mari, delle persone e dei popoli vivono del suo respiro, del suo Spirito. La creazione e la storia sono segno dell’opera dello Spirito.

Ma lo Spirito crea anche il discepolo di Gesù. È lui che lo chiama a seguirlo e che lo accompagna, come per i discepoli di Emmaus, all’incontro con il Maestro. È lui che guarisce i nostri occhi, è lui che restituisce la capacità di ascolto, che aiuta a dire a Gesù “eccomi”. È lui che sceglie noi e si serve di noi per portare i frutti della creazione nuova.

È lo stesso Spirito che crea anche la Chiesa irrompendo quando i discepoli si trovano tutti insieme in uno stesso luogo, irrompendo come vento impetuoso e posandosi sui discepoli come fuoco. La Chiesa cioè non la costruiamo noi, non è nostra opera: come Gesù nasce dalla Vergine e non dagli uomini, così la Chiesa è opera dello Spirito: anche le nostre comunità sono frutto non del lavoro dell’uomo ma della irruzione dello Spirito.

Oggi celebriamo solennemente e proclamiamo la nostra fede nella sua opera, nell’opera dello Spirito. Questo infatti è il tempo dello Spirito! Tempo nel quale lo Spirito agisce ovunque e in tutti: nei giovani e nei vecchi, negli uomini e nelle donne, nel nord e nel sud del mondo.

Celebriamo per confermare la nostra fede nell’azione dello Spirito e nella sua presenza in noi e nel nostro tempo. Anzi celebriamo per rinvigorirla e perché non succeda di contare sempre, troppo ed eccessivamente su noi stessi.

Ecco un segno per riscoprire la fede e per riprendere vita in quanto uomini, discepoli, e come Chiesa: Alessandro e Marco hanno detto “eccomi”. Questa parola, i passi che compiranno, la prostrazione, gli “amen”: tutto ci aiuta a riscoprire la nostra fede nello Spirito del Padre e del Figlio: Tutto ci porta a vedere la sua opera creatrice e a riconoscerci opera sua: soltanto dove c’è lo Spirito c’è la Chiesa, soltanto dove c’è lo Spirito c’è il discepolo, soltanto dove c’è lo Spirito ci sono vita, libertà ed amore.

Per dono dello Spirito annunciamo anche noi il Vangelo in una lingua comprensibile ai contemporanei: la nostra vita è una delle lingue già conteggiate nel giorno della prima Pentecoste quando ciascuno sentiva nella sua lingua nativa. A diffondersi è ancora l’annuncio che Pietro e gli apostoli proclamavano duemila anni fa: la stessa Parola, la stessa Pasqua, lo stesso Spirito.

Non possiamo stare chiusi nelle consuetudini degli ultimi decenni, negli stessi paradigmi di valore: potenza, sacralità, clericalismo, paternalismo, maschilismo che hanno caratterizzato il passato: è tempo di missione! Non in terre lontane ma proprio qui. Alessandro e Marco dicono “Eccomi”.

Il mondo è cambiato, la Chiesa è in difficoltà, la morale e l’etica sono rivoluzionate, le guerre ci sono ancora, le ingiustizie anche ma Alessandro e Marco dicono “eccomi”. Sono un “Eccomi” creato dallo Spirito al servizio di un tempo nuovo: il tempo della libertà, dell’amore, della vita. Che il Signore li custodisca e custodisca anche noi negli arcani movimenti dello Spirito!

Lo Spirito va oltre i nostri confini e i nostri orizzonti! Adesso è attore di questo nostro evento di Grazia. Raccogliamoci in preghiera!

Lo Spirito passa e opera!

+ Claudio Cipolla

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