Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo – 2018

03-06-2018

Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Corpus Domini 2018

domenica 3 giugno 2018

Padova, basilica Cattedrale

 

«Signore, dacci sempre questo pane!»

È questo il motto che Nicola, di Limena, 25 anni, ha scelto per orientare il suo cammino di presbitero e per orientare la preghiera della nostra chiesa nel momento in cui ha imposto su di lui le mani e lo ha incaricato di essere ministro del sacerdozio dei cristiani. In continuità con la solenne celebrazione di ieri preghiamo quindi perché il Signore gli dia sempre questo pane!

Ma, seguendo il suo invito, preghiamo perché anche noi possiamo avere sempre questo pane quotidiano a disposizione: è pane spezzato che rende attuale la vita di Gesù. E della vita di Gesù rende presente proprio il momento in cui Egli dona se stesso, tutto se stesso a Dio e ai suoi fratelli.

Lo scorso anno in questa circostanza abbiamo voluto porre un segno che interpretasse e sostenesse la fede di tutta la nostra chiesa diocesana, soprattutto delle comunità cristiane che vivono in città. In quell’occasione, infatti, abbiamo riaperto per l’Adorazione Perpetua la Chiesa di Santa Lucia o del Corpus Domini. Lì il pane spezzato viene posto di fronte allo sguardo di tutti perché si trasformi in contemplazione e in preghiera. Abbiamo congiunto la riapertura della Chiesa di Santa Lucia alla sottoscrizione della Fondazione Nervo-Pasini alla quale abbiamo dato il compito di promozione di una cultura della solidarietà e della giustizia sociale attraverso la vicinanza concreta ai poveri. Il servizio offerto dalle Cucine economiche è il punto di partenza di un cammino di coinvolgimento della città e di incontro con i poveri.

Ci era sembrato significativo questo legame: il pane spezzato nella liturgia è lo stesso pane che spezziamo nella vita sociale. Ci è sembrato significativo e necessario per rendere credibili sia la nostra fede sia la nostra carità.

La comunità cristiana annuncia la profondità e i contenuti della sua fede sia nel momento della preghiera, quando si sente unita attorno a Gesù e alla sua parola, sia nella vita quotidiana quando a causa di Gesù e del suo Vangelo serve i poveri e riconoscendo la presenza del Signore nei poveri, si dedica con tutte le sue forze a loro.

Quest’anno il gesto che compiamo è invece quello di uscire. Celebriamo l’Eucaristia per uscire e attraversare la nostra città: ad essa vogliamo annunciare la nostra fede in questo pane spezzato e il nostro impegno a servire i poveri perché siano sempre più uniti alle nostre comunità cristiane e accolti nella nostra città.

Il desiderio che ci anima è di continuare il percorso di Gesù che, dopo aver cantato l’inno nel Cenacolo con i suoi discepoli, uscì verso il monte degli Ulivi. Uscì lui insieme con i suoi discepoli: anche noi, in questo 2018 e in questa sera, vogliamo uscire con Gesù.

Uscire con Gesù non significa disperdersi, dissolvere la nostra Chiesa, e non significa allontanarsi perché lui è la luce per i nostri passi, resta per noi guida, sicurezza. Ci precede sulla strada.

Non sappiamo che cosa incontreremo nel nostro viaggio, ma sappiamo di avere Gesù come guida: «Anche se camminassi in una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me» canta un salmo, e Pietro in un dialogo importante con Gesù dice «Sulla tua Parola getterò le mie reti», cioè mi fido della tua presenza e della tua potenza. Alla disponibilità a seguire Gesù in questa processione verso il monte degli ulivi, corrisponderà la sua promessa: «Ecco io sono con voi fino alla fine del mondo».

Il nostro cammino è esperienza educativa innanzitutto per noi che vogliamo vedere Gesù, e che desideriamo sentirlo accanto. Prima ancora di essere testimonianza per il mondo è un momento di formazione spirituale per noi, per le nostre famiglie, per le nostre comunità cristiane.

Non è facile camminare con Gesù, uscire nel mondo insieme con lui. Nel mondo ci attendono tante sfide, ci sono tante attese: attendono il pane spezzato i poveri; lo attende il mondo del lavoro con le sue precarietà, i suoi drammi e la sua importanza per la dignità delle persone; attende il pane spezzato il mondo educativo: scuole, università, ma anche altre agenzie e realtà formative. Nel mondo ci dobbiamo confrontare con i problemi etici legati all’ambiente, alla politica, alla società, alla vita economica e al mondo della Finanza: sono i nostri Ulivi e la città è il nostro monte dove ci incamminiamo con Gesù, dove portiamo il pane spezzato. Viene spontanea l’obiezione posta a Gesù: come possiamo dare risposta a tanti problemi e da mangiare a tanta gente? E diventa incoraggiante il nostro uscire con Gesù se pensiamo che allora raccolsero 12 ceste di pane avanzato.

Non possiamo stare nel Cenacolo perché Gesù esce e ci chiede di seguirlo. Ci prende con sé e condivide con noi la sua missione.

Sarà così ogni giorno: cammineremo tra la gente e i suoi pensieri, ricorderemo che il Signore Gesù è con noi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi.

Questa piccola esperienza della processione eucaristica in occasione della solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo/Corpus Domini ci aiuta ad avere presente che siamo mandati nel mondo, e non persi nel mondo, perché il Signore Gesù è con noi. Anzi noi stessi saremo come piccoli riflessi della sua luce.

Non c’è cammino nel buio della notte verso il monte degli Ulivi se non c’è esperienza di cenacolo. Di intimità e di comunione. Di intimità con Gesù e con i nostri fratelli. Il cammino non è possibile compierlo isolati gli uni dagli altri, individualisticamente. Anche a questo ci educa la processione: a camminare insieme, a sentirci parte di una Comunità di discepoli.

Per questo motivo le nostre chiese conservano l’Eucarestia e per questo motivo ritorniamo spesso per la preghiera: per ricordarci la fedele presenza del Signore e dei fratelli nei nostri percorsi.

Per questo il pane spezzato resta di fronte ai nostri occhi nel cuore della città nella chiesa di Santa Lucia, sempre custodito da qualcuno di noi, notte e giorno, 365 giorni all’anno, per ricordare a noi e alla città che non siamo soli e che in realtà è il Signore che ci custodisce e che custodisce le nostre famiglie e la nostra vita, proclamando la certezza che lui offre luce per il nostro cammino, ogni giorno.

+ Claudio, vescovo

 

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