Messa all’Opsa trasmessa su Raiuno – 2020

09-02-2020

OMELIA

OPSA, domenica 9 febbraio 2020 (diretta Raiuno)

Domenica prima della Giornata mondiale del malato 2020

 

La celebrazione del Giorno del Signore vede riuniti gli ospiti e gli operatori di questa casa dell’Opera Provvidenza S. Antonio della diocesi di Padova e i cristiani della parrocchia di Sarmeola. Insieme ospitiamo spiritualmente e condividiamo la nostra celebrazione con quanti ci seguono tramite la televisione.

La ricorrenza della Giornata mondiale del malato, collocata nella memoria della Madonna di Lourdes, rimanda alla fragilità e alla debolezza della nostra carne, la stessa che ha assunto il Figlio di Dio: gli ammalati presenti nelle nostre famiglie e nelle nostre case e i tanti volti che incontriamo in questa casa sono un richiamo alla fragilità che caratterizza la vita. Ogni persona, anche ciascuno di noi, è creatura e, proprio per questo, segnato dal limite e dalla fragilità.

Abitano in questa struttura anche persone che hanno svolto ministeri significativi nella Chiesa e per il mondo; sono circa trenta tra presbiteri, consacrati e consacrate nella vita religiosa, vescovi: la fragilità li ha raggiunti per l’età o per una malattia invalidante. Qui ci sono anziani, adulti e giovani, ci sono anche persone che da sempre, fin dalla nascita, sono state fragili. Molti non hanno potuto godere delle tante possibilità di ogni vita; in questa casa, però hanno trovato cura, attenzione, amore, una famiglia e tanti amici.

Come sempre, ma con motivi oggi particolari, annunciamo l’amore del Signore che di tutti e di ciascuno si prende cura. E lo fa con potenza, tanto da destare la meraviglia di chi sa scorgere la sua mano: «Grandi cose ha fatto il Signore per noi!» E Maria: «L’anima mia magnifica il Signore!». Ogni domenica, fedelmente, la Chiesa annuncia e rende attuale la presenza di colui che ha vinto il male e la morte. D’ora in avanti lo fa anche indicando san Leopoldo come patrono presso Dio per gli ammalti di cancro, come ieri ho potuto annunciare pubblicamente.

In mezzo alle tenebre è spuntato il Giusto ed è apparso come luce. Parlo di Gesù, immagine vera del Padre: ha diviso il pane con gli affamati, ha fatto udire i sordi, parlare i muti e ha ridato la vista ai ciechi; ha restituito dignità ai lebbrosi e ha guarito! A ogni passo faceva del bene a tutti quelli che erano prigionieri di qualche male.

Anche di noi il Signore si prende cura. Lo dico a nome degli ammalati nel corpo che fanno esperienza di questa consolazione divina perché anche i sani nel corpo ma ammalati nello spirito possano aprirsi alla speranza!

Per questo lodiamo il Signore Gesù e per questo ogni domenica veniamo convocati in assemblea per celebrare la sua presenza e la sua Grazia: è a Lui che vogliamo guardare prestando i nostri occhi, la nostra voce, la nostra salute a chi è impedito a farlo per la sua fragilità e malattia. E ci lasciamo tutti arricchire da quella fede in Dio di cui i poveri e gli ammalati sono ricchi. Tutti ne abbiamo necessità per non attraversare le nostre giornate nella solitudine e nella tristezza.

Maria, che veneriamo in questi giorni con il titolo di Immacolata nelle sue apparizioni a Lourdes, richiama ad avere fede nella grande opera di amore di Dio: la sua forza di liberarci da ogni male con la potenza manifestata nella Pasqua del suo Figlio.

Quando, subito dopo le beatitudini, Matteo riporta la parola di Gesù «Voi siete la luce del mondo», «Voi siete il sale della terra» descrive la nostra vocazione: noi cristiani siamo chiamati a portare con le nostre opere, con i nostri gesti, con le nostre scelte l’annuncio che Gesù è vicino a chiunque ha il cuore, la mente o il corpo feriti dalla fragilità umana.

Siete luce e sale voi genitori, fratelli e sorelle, nonni e nonne perché accogliete e amate i vostri cari ammalati e li custodite finché è possibile accanto a voi con affetto. Questa scelta parla di umanità e di amore, dice che per voi ha valore la persona in qualsiasi stato di salute si trovi: le volete bene.

Siete sale e luce voi operatori sanitari, che guardate al malato riconoscendolo come persona e lo servite con le vostre risorse professionali. Penso che guardare a Gesù e alla sua vicinanza nei confronti di chi è oppresso dalla sofferenza vi aiuti a fare della vostra professione un’autentica missione!

Siete sale e luce voi, comunità cristiane, che continuate con generosità a testimoniare la carità e a raccontare l’amore del Padre per tutti i suoi figli e in particolare per i più sofferenti. In questo spazio di annuncio vedo l’importanza di tante opere sociali promosse e collegate con le nostre comunità. In verità è sempre importante servire i poveri, gli ammalati, gli ultimi anche se non fosse per motivazioni evangeliche. È certo però che i cristiani, i discepoli del Signore Gesù, riuniti in comunità, non possono esimersi dal portare ai più deboli la lieta notizia di un amore privilegiato di Dio per i poveri.

La vergine Maria che, dopo l’annuncio dell’angelo, è corsa in fretta dalla cugina Elisabetta, affretti i nostri passi perché possiamo sempre prenderci cura dei piccoli, dei poveri e dei malati seguendo le ispirazioni che lo Spirito Santo ci suggerisce.

+ Claudio Cipolla, vescovo

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