Festa della Madonna di Lourdes _ Giornata del malato 2020

11-02-2020

FESTA DELLA MADONNA DI LOURDES

E GIORNATA MONDIALE DEGLI AMMALATI

11 febbraio 2020, Basilica di Sant’Antonio, Padova

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Omelia

Questo incontro annuale mette insieme la festa anniversario delle apparizioni della Madonna Immacolata a Lourdes e la preghiera degli ammalati, accanto ai quali tutti noi ci stringiamo con calore e affetto perché… perché vogliamo loro bene!

Non c’è bisogno di tante spiegazioni: il vero contesto è l’amore che ci lega tra persone e soprattutto tra cristiani. In questo legame e in questo amore troviamo il senso della nostra attenzione: andiamo a Lourdes in pellegrinaggio, ci rendiamo disponibili volontariamente per le Associazioni, le Cooperative e i vari luoghi di cura, ci preoccupiamo del vicino di casa inabile… L’amore ci dona occhi per vedere, ci spinge a intervenire, o a farci carico e a prenderci cura.

Per un uomo o una donna è quasi un istinto innato quello di farsi carico di chi sta soffrendo. Anzi abbiamo l’esperienza che più ci “doniamo” nel servizio agli ammalati, più diamo concretezza e arricchiamo la nostra umanità. Questo è l’uomo! Quello che sa essere fratello e sorella anche quando non c’è convenienza economica o interesse qualsiasi: solo per amore, solo perché hai accanto un tuo fratello o una sorella, simile a te. I doni di tempo, di attenzione, di affetto che facciamo agli altri diventano sostegno anche per la nostra vita e danno gioia, pienezza, serenità.

Gesù, anche in questo appuntamento annuale, nutre la nostra umanità, dà coraggio e forza a questo spazio di amore che egli ha messo nel nostro cuore. Ci aiuta, nutrendoci con il suo Vangelo e il suo Pane, a restare sempre umani e a credere in noi stessi, anche quando la sfida si fa molto impegnativa, come quando la vita si presenta o quando termina, oppure quando perde la sua bellezza e la sua potenza. È proprio in questi confini che il Signore ci sprona ad andare con un amore che non è soltanto il nostro, ma è quello di tutta la nostra comunità cristiana e di Dio stesso. Lì, nei confini della vita, portiamo il Vangelo dell’amore di Dio con la forza stessa di Dio.

Alcuni tra questi confini sono stati indicati dal Papa nel suo messaggio: «le malattie inguaribili (ricordo qui l’indicazione della Chiesa, di cui ho dato l’annuncio solo pochi giorni fa, a rivolgersi a san Leopoldo come patrono presso Dio dei malati di tumore, ndr), accanto alle malattie inguaribili, il Papa ricorda quelle croniche, le patologie psichiche, le varie disabilità permanenti, le malattie dell’infanzia e quelle della vecchiaia».

Per tutte queste situazioni, croci del corpo e dello spirito, croci per gli ammalati e i loro familiari e amici, la Chiesa viene sollecitata a offrirsi come “locanda del buon Samaritano” cioè casa in cui Gesù, il vero buon samaritano, accompagna un ammalato perché ci si prenda cura di lui.

Questa locanda non è data da strutture, ma da contesti umani, da relazioni di attenzione, ascolto, tenerezza. Sono quelle piccole attenzioni che integrano il lavoro della scienza, anzi che permettono di attendere con maggior fiducia il contributo competente delle scienze mediche. Scienza e amore sono componenti ambedue necessarie per chi è aggredito nella sua fragilità.

La nostra presenza qui per la preghiera, ci aiuta a tenere desto il nostro cuore alle virtù teologali di cui come Chiesa siamo custodi: la fede, la speranza e la carità. Da queste virtù che orientano il nostro sguardo su Dio hanno origine le nostre speranze e siamo incoraggiati anche ad andare oltre i limiti e le possibilità umane di scienza e di affetto. Dove l’uomo non arriva noi testimoniamo che Dio ha ancora uno spazio di azione.

Maria, quale nostra madre, ci indica Gesù come Salvatore; sant’Antonio e san Leopoldo ci ricordano che Lui, Gesù, è medico dell’anima e del corpo. E noi, insieme, conserviamo lo sguardo verso questo “oltre” che ci dona speranza.

+ Claudio Cipolla, vescovo

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