EDITORIALE: l’ecumenismo tessuto in Rete

A margine della preghiera ecumenica comune di Lund e Malmo

Ho iniziato a conoscerli nel 2007, in occasione di un meeting a Revfülöp sulle rive del lago Balaton. Un gruppo di pastori delle Chiese protestanti del nord Europa ma anche qualche prete cattolico e un paio di pope ortodossi, uniti dalla stessa tipologia di ministero che prevede interventi pastorali mediati dalla Rete. Nelle celebrazioni del mattino, quando ci si offriva ospitalità reciproca, qualche differenza si notava ma nelle conversazioni della sera, a cena o davanti ad un buon bicchiere di vino ungherese, le difformità sembravano dissolversi rapidamente.

Ascoltando gli scambi verbali dei pastori luterani, uomini e donne, ho sempre avuto la viva impressione di trovarmi di fronte alle stesse preoccupazioni pastorali, alle medesime attese e aspirazioni del clero cattolico: come condurre i cammini di iniziazione cristiana dei ragazzi, in quale modo agganciare gli adulti che si sono allontanati dalla pratica cristiana, come proporre percorsi di preghiera e spiritualità cristiana.

Nel corso di una decina d’anni le amicizie si sono rinsaldate, sono divenute fraternità nel ministero che ci consente di scambiarci progetti ed esperienze a distanza. Ci siamo ritrovati, nomadi in un Europa che va disgregandosi, a Stoccolma, Helsinki, Londra, Dublino, Roma, sempre nel segno di un’unica fede in Cristo che unisce e non abbiamo mai percepito la minima frattura. Avvolto da questo tessuto amicale ho compreso la densità di alcuni percorsi comuni, come il servizio agli ultimi e il rispetto del Creato, argomenti che si traducono in azioni concrete e credibili. Se le parole proiettano sempre l’ombra del dubbio, i fatti sono incontrovertibili e su di essi è possibile un cammino di riconciliazione.

Sono loro, una sessantina di amici disseminati per l’Europa, che sabato 31 ottobre hanno inondato Facebook di foto e commenti entusiasti, di preghiere, immagini suggestive e video relativi alle opere di carità che ogni Chiesa, nella sua spinta missionaria, propone come trasparenza del medesimo Dio. L’atmosfera era già frizzante in luglio quando ci siamo radunati in Svezia per comprendere come le nostre Chiese possano mettersi in ascolto profondo degli utenti del cyberspazio. In quell’occasione abbiamo ribadito come, da anni, il nostro ecumenismo spicciolo, ma intriso di amicizia e umanità, abbia trovato radici nella comune difesa dei più deboli in Rete, nello scambio di risorse web adatte ai contesti missionari, nelle campagne online di fundraising per sostenere i rifugiati e nella difesa delle risorse del Creato tramite pubblicazioni in Internet.

Il 31 ottobre papa Francesco e Munib Yunan, il presidente della Lutheran World Federation, hanno reso ancor più evidente come i chiodi con cui Lutero ha affisso le sue tesi sul portone di Wittenberg abbiano provocato fessure da cui è filtrata la luce della Porta della Misericordia. Uno dei raggi, ne sono certo, è filtrato anche dai nostri scambi decennali nel web.

 

don Marco Sanavio

direttore 2022.diocesipadova.it

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