La Trasfigurazione

Nel nostro itinerario verso la Pasqua, il Vangelo di questa domenica ci invita a contemplare la scena della Trasfigurazione di Gesù. La narrazione la conosciamo ma quello che importa è riconoscere il suo messaggio e accogliere la sua grazia per noi oggi.
La Trasfigurazione rivela anzitutto l’identità di Gesù. Egli è il Verbo eterno, uguale al Padre nella divinità, che ha assunto la nostra natura umana. Questa è unita alla divinità senza divisione e senza confusione; ma abitualmente “nascondeva” la gloria della divinità.
Nella Trasfigurazione la gloria divina penetra e irradia l’umanità di Gesù in modo tale che questa risplende di bellezza paradisiaca, tanto che Pietro ne rimane estasiato.
La luce che trasfigura l’umanità proviene non dall’esterno, ma dall’interno della Sua Persona. Il Padre conferma con la Sua parola l’identità di Gesù dicendo «Questo è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (Lc 9, 35).
La Trasfigurazione sul monte Tabor, tuttavia, è durata quel tanto che era necessario per gli apostoli. Essa prefigurava la Trasfigurazione permanente e definitiva che sarebbe avvenuta con la Risurrezione.
È di fondamentale importanza che crediamo fermamente nell’identità vera di Gesù: vero Dio e vero uomo uniti indissolubilmente. Questo è lo specifico della fede cristiana. Tutte le religioni credono in Dio; solo il cristianesimo rivela e crede Dio fatto uomo. Questa verità è il fondamento della trasfigurazione di tutto l’umano e della sua divinizzazione.
 
Soffermiamoci a contemplare il volto luminoso di Gesù in cui brilla lo splendore della gloria divina.
La Trasfigurazione di Gesù davanti ai tre apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, ha un altro significato molto importante per il nostro cammino quaresimale verso la Pasqua di Risurrezione. Gesù ha mostrato la sua identità divino-umana per confermare la fede degli apostoli quando nel Getsemani e sulla Croce avrebbero visto il suo volto umiliato e intriso di sangue.
Ed ecco allora l’insegnamento: alla gloria della Trasfigurazione si arriva passando per l’esperienza della croce. Non basta seguire Gesù fino al Tabor, occorre seguirLo fino al Calvario. Gesù ha posto in modo chiaro e netto la condizione: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9, 23). Questa esigenza la conosciamo in modo teorico. In questa Quaresima sforziamoci, con l’aiuto di Gesù, di metterla in pratica.
Il nucleo di questa esigenza è di imitare l’atteggiamento fondamentale di Gesù. Egli ci ha amati sino a sacrificare la sua vita per noi; così anche noi dobbiamo proporci di amare Dio e il nostro prossimo fino al sacrificio di noi stessi. Invece, a volte o spesso, si sacrificano gli altri per il proprio interesse, la propria soddisfazione, la propria gloria. Ma così si producono caos e tenebre.
 
Chiediamo al Signore la forza di accettare le tribolazioni della vita sostenuti dalla speranza: «Infatti, il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» (2 Cor 4, 17).
Gesù Cristo è il nostro Capo e ci comunica la grazia di una progressiva trasfigurazione. La fede cristiana annuncia e dona la grazia di una trasfigurazione della persona, del corpo, delle relazioni sociali, della stessa natura. Nel Battesimo e nella Cresima abbiamo ricevuto un cuore nuovo, uno spirito nuovo, una grazia di santità. È una sorgente luminosa capace di irradiare tutto il nostro essere, mente, cuore, sensi. Purtroppo nel nostro intimo permangono angoli di oscurità non ancora illuminati dalla luce di Cristo. In questa Quaresima cerchiamo la purificazione del cuore anche con una buona confessione dei nostri peccati. La luce della Trasfigurazione di Gesù ci illumina e ci trasforma nella preghiera, nell’adorazione, nel contatto vivo di amore con il Signore.
San Paolo ci assicura: «Noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore» (2 Cor 3, 18). Con la purificazione del cuore, la preghiera, l’intensità della fede e della carità, riflettiamo la luce di Gesù e la diffondiamo attorno a noi. Potremo così realizzare le parole di Gesù: «Voi siete la luce del mondo […] così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5, 14.16).
Antonio, Vescovo
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