Festa delle genti a conclusione della visita pastorale alle comunità etniche

Un benvenuto alle comunità etniche che rendono «bella e attuale la festa dell’Epifania». Con queste parole il vescovo Antonio ha salutato i fedeli di varia nazionalità ritrovatisi il 6 gennaio nella chiesa di San Carlo per celebrare insieme la solennità dell’Epifania e la conclusione della visita pastorale alle 13 comunità etniche presenti in diocesi. Mons. Mattiazzo ha ricordato la ricchezza e i doni che le diverse comunità hanno apportato con la loro presenza, rendendo così «la chiesa di Padova ancora più cattolica».
Durante l’omelia il vescovo ha rammentato e pregato per le diverse situazioni di disagio e sofferenza che coinvolgono le fasce più deboli della popolazione: dalla lontananza dal proprio paese d’origine alle difficoltà dovute alla perdita del lavoro e alle conseguenze della crisi economica. Si è inoltre appellato ai responsabili delle nazioni perché abbiano cura e attenzione per le fasce della popolazione più povere, tra cui si collocano anche una buona parte di immigrati.
«L’Epifania – ha sottolineato il vescovo – è la festa che ci raduna oggi, vuol dire manifestazione del Signore Gesù al mondo intero e a tutti i popoli. Nel Natale abbiamo contemplato il mistero di Dio che si è fatto uomo, che si è incarnato ed è venuto a condividere la nostra vita per trasformarla dall’interno. Il Natale di Gesù è l’inizio di un’umanità nuova e la Chiesa deve essere uno strumento del Signore che manifesta un’umanità nuova».
Ma il grande mistero del Natale è avvenuto nel silenzio, ha ricordato il vescovo Antonio, sottolineando che è proprio con l’Epifania che il Signore si manifesta a tutti i popoli in quanto «Gesù è il salvatore universale, non è venuto solo per un popolo, ma per unire nell’amore tutti i popoli dell’umanità senza togliere le differenze di cultura di razza e di lingua». I magi, che vengono dall’Oriente, indicano questa universalità questa cattolicità del mistero di Cristo.
«Gesù Cristo – ha proseguito il vescovo – è venuto per tutti, non è proprietà di nessun popolo in particolare, è di tutti. E ciascun popolo è chiamato a vivere la propria fede integrandola nella propria cultura e nelle proprie tradizioni. È quello che abbiamo voluto fare qui a Padova con la vostra presenza. Questo deve dirci che tutti insieme dobbiamo cercare Gesù, affinché la fede in Lui abbia da penetrare dentro le nostre mentalità e le nostre scelte di fondo».
La narrazione evangelica – ha ricordato poi mons. Mattiazzo – fa comprendere come, per conoscere Dio, oltre alla ragione e alle scienze, che erano patrimonio della conoscenza dei Magi, sia fondamentale conoscere la Parola di Dio, che è Parola rivelata attraverso la storia. E conoscere la Parola di Dio è importante per le nostre comunità, per ciascuno di noi, perché la Parola di Dio è luce che illumina il mondo.
Il vescovo ha inoltre fatto riferimento agli episodi di violenza verso i cristiani, violenza che è iniziata già con Gesù: «È una bestemmia praticare la violenza in nome di Dio. Dio non è mai violento. È sempre un Dio di amore, di pace, è un amore immolato».
 

Le foto della celebrazione

© Giorgio Boato 2011
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