Don Riccardo Poletto ora vive nel Padre

Le esequie si terranno lunedì 23 aprile alle ore 15.30 nella chiesa di sant'Agostino di Albignasego

Nelle prime ore di sabato 21 aprile si è fermato il cuore di don Riccardo Poletto, fondatore e primo parroco della parrocchia di Sant’Agostino e successivamente parroco di San Giorgio delle Pertiche. Sono bastati due giorni di alta febbre per fermare un organismo debilitato da sette anni di infermità.

Ancora giovane era stato salvato all’ultimo da una peritonite e nel 1985 era sopravvissuto quasi per miracolo a un gravissimo incidente. Stava recandosi in auto con due compagni di corso a celebrare l’anniversario di ordinazione quando un’auto gli si parò davanti, nella tangenziale di Padova appena aperta. Perse una parte della mano destra ed ebbe bisogno di una lunga riabilitazione. La soffernza è stata una parte non piccola del suo ministero di prete.

Don Riccardo era nato a Paluello di Stra nel 1933, ma era cresciuto a Fossò. E’ stato ordinato prete dal vescovo Girolamo Bortignon nel 1961.

Dopo appena due anni come cooperatore al Dolo, era stato inviato a Borca di Cadore nell’Istituto Dolomiti Pio X come collaboratore del rettore mons. Vittore Colao.

Vi rimase sei anni e nel 1969 il vescovo gli il compito di erigere la nuova parrocchia di Sant’Agostino, staccandola dal Bassanello. Nel 1970 ne divenne il primo parroco. Una parrocchia con una forte immigrazione di nuove famiglie, tutte giovani, alle prese con problemi del lavoro e con bambini piccoli da accudire. Don Riccardo fa la scelta di privilegiare l’incontro personale con le famiglie, al termine della giornata di lavoro, quasi sempre dopo le 18. Cerca e fa crescere collaboratori per seguire il catechismo e i gruppi parrocchiali, le attività sportive.

Così una parrocchiana ricorda gli inizi. ” Dopo tre anni dal prefabbicato in cui si soffocava d’estate e si gelava d’inverno, dove le prediche diventavano quasi un dialogo, dato lo spazio ridotto che ci avvicinava all’altare, la Chiesa è diventata “costruzione in muratura”, cresceva contempraneamente la scuola materna. si allargava al campetto per il gioco dei ragazzi. Quando dopo 21 anni don Riccardo lascia la nuova comunità potremmo dire è gia maggiorenne, non solo per le strutture, ma per la sensibilità comunitaria cresciuta.

Nel 1991 il vescovo Antonio chiede a don Riccardo di assumere la responsabilità della parrocchia di san Giorgio delle Pertiche, confidando nella sua capacità di buon amministratore, per sanare una pesante situazione economica, dovuta alla grandi opere per il centro giovanile, situazione che don Riccardo con serenità risana nel tempo contiuando a promuovere anche l’attvità del Centro.

Per 17 anni continua nella nuova comunità il suo stile pastorale. Capace nella predicazione, essenziale nei modi. Cura una spiritualità solida attorno alla Parola di Dio e alla preghiera. E’ pastore buono e attento, nei confronti delle varie situazioni personali e familiari, sapiente nel gestire la pastorale nel suo complesso. Sapeva lasciar spazio ai vari collaboratori pastorali, cappellani e chierici, valorizzando le diversità e le doti di ognuno. Un segno particolare della sua capacità di relazione è il fatto che per sei volte, indicato dai preti e nominato dal vescovo, è stato vicario foraneo sia al Bassanello, sia nel vicariato di san Giorgio. Uomo retto e cordiale, amava incontrare le persone, le conosceva per nome Era un papà buono, così lo ricordano tante persone, attento alle persone bisognose e ai poveri. Il tempo della malattia anche in parrocchia lo ha vissuto come una tappa di offerta della sua vita, nel rispetto e nella discrezione, e la sua malattia gli permetteva di essere partecipe e vicino alle sofferenze di tante persone. Come parroco ha avuto accanto a sè la mamma Rosina, dapprima come collaboratrice, infine bisognosa di assistenza, morta all’età di 98 anni, poco prima che don Riccardo si ritirasse. La signora Teresa, che aveva assitito la mamma, ha accolto don Riccardo, nella sua casa a Sant’Agostino, prendendosi cura di lui, assieme alla collaboratrice Gina per tutti gli anni dell’infermità, fino all’ultimo giorno.

La celebrazione eucaristica di ringraziamento, di suffragio e di commiato sarà celebrata nella chiesa di sant’Agostino lunedì 23 aprile alle ore 15.30, presieduta dal vescovo Claudio. La salma sarà sepolta nella tomba di famiglia a Fossò.

Fonte: “notizie di famiglia” di don Giuseppe Zanon

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