Don Placido Zabeo è tornato al Padre

Don Placido Zabeo è mancato giovedì 29 agosto all’ospedale di Chioggia (Ve).

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Don Placido Zabeo era nato a Premaore (VE) il 6 febbraio 1924 ed era stato ordinato presbitero il 6 luglio 1947, con altri 27 compagni di strada.

Il suo ministero si è praticamente svolto in una precisa zona geografica della diocesi: il primo incarico di cooperatore (1947-1954) fu a Civè, prima che don Placido fosse nominato curato di Monsole e Bruso, divenendone ufficialmente parroco nel gennaio 1963 e ininterrottamente fino all’estate del 2005, quando rinunciò all’incarico per limiti di età, rimanendo a disposizione dell’Unità pastorale di Cona, Cantarana, Monsole e Pegolotte. Dal 1991 al 1996 era stato anche Vicario foraneo del Vicariato di Pontelongo, contribuendo all’unità dei preti locali.

La storia personale di don Placido è anche la storia della comunità di Monsole: una vicenda di terre, contadini, campagne e lavoro che merita di essere ricordata e che don Placido amava raccontare con passione, dopo averne lasciata traccia nella cronistoria attraverso un racconto vivace e articolato.

Nella visita pastorale a Concadalbero del vescovo Giustiniani, il 24 settembre 1773, si parla per la prima volta dell’oratorio di Sant’Antonio di Padova «situato nelle paludi del Desman dette «i Cori», dove si trovavano «circa 500 anime». Quest’oratorio dai Contarini passò in seguito ai Mainardi di Cavarzere, ai Metik di Vienna, ai Padri Armeni Mechitaristi dell’isola di San Lazzaro di Venezia. La relazione della visita del 30 aprile 1824 ci fa sapere che un tempo c’era l’obbligo di celebrarvi la santa messa nei giorni festivi. Un secolo dopo, l’11 dicembre 1924, il parroco di Concadalbero fece rilevare al vescovo la necessità che per quella lontana frazione della sua parrocchia venisse eretta una chiesa con sacerdote stabile e in occasione della visita del 28 aprile 1929 auspicò l’erezione di una curazia. Nel corso dell’opera di bonifica la popolazione era andata aumentando anche nella più lontana località di Bruso sicché si pensò fosse più opportuno che la nuova chiesa col titolo di Santa Maria Regina del mondo sorgesse in questa località anziché a Monsole. Benedetta la prima pietra il 9 dicembre 1952, la chiesa fu inaugurata il 28 ottobre 1954. Tuttavia, l’uso delle macchine agricole in quelle terre di recente bonifica rese ben presto superflua la molta mano d’opera. La popolazione cominciò rapidamente a diminuire e allora si tornò alla prima idea di fissare in Monsole il centro della cura d’anime della zona. L’oratorio di Sant’Antonio di Padova, benché proprietà privata (nel frattempo era subentrata la famiglia Baldisserotto), facilitò la cosa, anche se venne poi distrutto. Con decreto vescovile del 15 ottobre 1954 fu eretta la curazia di Monsole sussidiaria della parrocchia di Concadalbero e quand’ebbe il sufficiente, il 7 ottobre 1962, fu elevata a parrocchia con territorio dismembrato totalmente da quella di Concadalbero. Santa Maria Regina del mondo, in località Bruso, ne divenne chiesa sussidiaria. La canonica venne costruita nel 1956 e nel luglio del 1965 fu benedetto l’asilo, intitolato alla “Madonna del Sole”. A partire dal 1967 iniziò il lungo processo che avrebbe portato alla costruzione della nuova chiesa.

Se agli inizi dell’esperienza don Placido, dopo il continuo pellegrinaggio tra Civè e Monsole, trovò dimora provvisoriamente in una vecchia casa, sostenuto dalla carità delle famiglie, successivamente ebbe modo di mostrare l’intelligenza vivace, l’umorismo, la furbizia, l’arguzia anche pungente, la proprietà di linguaggio e la vitalità oratoria. Sapeva proporsi come persona allegra e serena, come uomo di comunione e di incoraggiamento, di profonda interiorità e grande generosità. Amante della musica, a Civè aveva fondato il coro e la banda, mentre a Monsole, oltre al desiderio di dare vita a una comunità strutturata, si era preoccupato moltissimo della scuola materna, anche quando i numeri si fecero davvero esigui, per quanto sostenuti dal dopo-scuola delle elementari. I conti, spesso, non tornavano, le spese faticavano a essere sostenute, ma la scuola rimaneva motivo di orgoglio e di relazioni umane (in precedenza lo si era visto spesso spostarsi tra Monsole, Bruso e Foresto per raccogliere i bambini). A questo proposito, di lui va ricordata anche la felice esperienza dell’insegnamento della religione nelle scuole superiori di Piove di Sacco, dove creò una fitta rete di relazioni, durate nel tempo, con colleghi insegnanti ed ex alunni.

Un episodio di cui don Placido andava orgoglioso era l’aver conosciuto a Civè il beato Giacomo Alberione fondatore delle suore Pastorelle presenti in parrocchia e poi anche a Monsole e al quale aveva “servito messa”.

Quando gli occhi di don Placido non furono più in grado di aiutarlo a sufficienza, bastava la voce di qualcuno a riannodare racconti e storie, conditi di sorrisi e ironia, grazie anche a una memoria che non lo ha mai tradito e più volte era stata di aiuto ai preti della zona.

Un vivo ringraziamento va a Giovannina, sorella di don Placido, che per decenni si è presa cura di lui, facendosene carico nella canonica di Monsole.

I funerali saranno celebrati dal vescovo Claudio a Monsole, martedì 3 settembre, alle ore 10.30. La salma verrà poi sepolta nel cimitero di Premaore.

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