Don Alessandro Dal Sasso è tornato al Padre

Le esequie mercoledì 17 ottobre alle 15.30 ad Alano di Piave

Domenica 14 ottobre è morto, nella Casa di riposo di Alano di Piave, don Alessandro Dal Sasso. Nato ad Asiago il 3 settembre 1933, viene ordinato il 14 luglio 1957. Come primo incarico è inviato vicario parrocchiale a Battaglia Terme, dove rimane fino al 1964. Successivamente presta servizio a San Pietro di Stra (1964-1968) prima di diventare parroco a Cagnola, dove rimane fino al 1986. Nei dieci anni successivi è parroco a Taggì di Sotto, fino a quando nel 1996 giunge l’ultima destinazione, Alano di Piave. Nel 2012 presenta la rinuncia alla parrocchia di Alano: vi rimane come collaboratore, trovando accoglienza nella locale Casa di riposo.

Nel Testamento don Alessandro ha lasciato scritto che la notizia della morte sia data «senza particolari commenti, ma i semplici dati anagrafici. Chi mi ha conosciuto non ha bisogno di ulteriori aggiunte: ognuno conservi quanto memoria e sentimento portano nel cuore. La celebrazione dell’Eucarestia sia veramente tale – ringraziamento al Padre per Cristo per quanto ha compiuto in me e per mezzo di me. Si canti il Magnificat quale risposta delle comunità».

Crediamo non se la prenda don Alessandro se ci permettiamo di aggiungere solo qualche nota ali semplici dati anagrafici. Don Alessandro ha lasciato nel Testamento spirituale un racconto ragionato delle diverse esperienze pastorali: l’impatto aspro e travagliato con la comunità di Battaglia e il suo contesto sociale, l’indole spensierata e allegra della Riviera del Brenta, la semplice quotidianità degli abitanti di Cagnola e la fortissima e impegnativa esperienza di insegnante in alcuni Istituti Superiori di Padova (Calvi, Gramsci, Nievo e Cornaro), negli anni in cui tutto il Paese viveva profondi cambiamenti sociali, politici e lavorativi e dove si cercava «di dare senso chiaro ai fatti e alle idee roventi, talora profetiche, talora assurde».

Giunge poi l’esperienza a Taggì di Sotto, il periodo più impegnativo e più esigente sul piano pastorale, dove tuttavia don Alessandro gioisce in particolare della vivacità giovanile, della presenza dei seminaristi inviati dal Seminario maggiore, dello sviluppo di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, cui ha sempre dedicato grandissima considerazione, arrivando a scrivere: «Questi doni sono tuttora la ragione del mio sentirmi felice di essere prete». Ad Alano giunge «nel pomeriggio di una bellissima giornata di sole», imparando subito le vicende della guerra e dell’emigrazione, come nella natìa Asiago. Scrive: «Dopo quattro parrocchie ai quattro punti cardinali nei dintorni di Padova con quattro canali e quattro ponti, è venuto il tempo, questa volta, per il fiume Piave e relativo ponte, in attesa forse del ponte più lungo verso l’eternità».

In occasione del 50° di sacerdozio (2007) scrive una personale confessio laudis per ringraziare Dio di ogni dono: «Dio mi ha pensato, voluto, creato, nonostante l’alternarsi di docilità, resistenza e rifiuti dei suoi doni. La sofferenza sua nella passione e morte del Figlio Gesù sono il prezzo anticipato, la garanzia e lo sconto per la mia deficienza. Oggi voglio dire grazie e farne l’inno di lode per il resto della vita».

Al compimento, invece, del 55° di ordinazione (2012), don Alessandro annota: «Non chiedetemi dove sono stato meglio. Posso dire con serenità e sincerità che dovunque mi sono sentito “a posto” finché ho accettato in fiducia e obbedienza. Voi tutti date forza al grazie che insieme eleviamo al Signore».

Le esequie si celebreranno ad Alano di Piave, mercoledì 17 ottobre, alle 15.30: «Se la morte mi coglie ad Alano, quivi riposi nel cimitero di San Pietro, nella nuda terra, come seme in attesa di germogliare all’eternità. Tomba semplice. Croce di legno».

 

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