Il diacono permanente Luigi De Rossi è tornato al Padre

Le esequie avranno luogo martedì 13 marzo nel duomo di Cittadella alle ore 10

Luigi è stato ordinato diacono permanente nel 1999 a 55 anni. E’ arrivato a 72 anni attraversando tutte le stagioni di una vita che sembra simile a quella di tanti altri. Viveva a Cittadella con la moglie Annalisa e i figli Andrea, Fabio e Sara.

Si è dedicato per molti anni ad un lavoro artigianale: seguiva una stireria, sempre aperto anche a manodopera straniera.

Incontrare Luigi era facile. Il suo viso rotondo, gli occhi vivaci, la bocca sempre aperta al sorriso. Luigi è cresciuto ben radicato nel suo territorio sia come uomo che come cristiano. Quando ha iniziato il cammino di preparazione al diaconato aveva già una formazione spirituale e biblica ricevuta a Cittadella.

Ha seguito la formazione teologica e spirituale organizzata per noi in vista del discernimento.

Il periodo minimo è di quattro anni, ma può dilatarsi, richiedendo costanza e pazienza. Tutto diventa più difficile se ci sono impegni di famiglia e di lavoro. Luigi partecipava sempre serenamente agli incontri, pronto a cogliere l’essenziale del messaggio.

La domanda di ammissione ha ufficializzato il suo impegno. Il lettorato lo ha portato a studiare e ad apprezzare la Parola di Dio. L’accolitato ha consolidato il suo amore profondo per l’Eucaristia.

Siamo arrivati al gennaio del 1999 quando abbiamo partecipato agli esercizi spirituali in seminario prima dell’ordinazione. Esercizi e ordinazione furono partecipati con grande intensità, ricordo ancora il calore della sua famiglia e dei suoi figli.

Dopo l’ordinazione ci siamo visti per qualche anno agli incontri e nella sede della Caritas diocesana, sempre sereno. Purtroppo la malattia, anzi più malattie, gli hanno tagliato la strada. Sono iniziati lunghi anni di lotta contro malattie croniche che lo hanno limitato molto anche nel servizio pastorale. Nella malattia non gli è mancato il conforto della famiglia e degli amici.

La moglie Annalisa lo seguiva costantemente. In questi ultimi mesi è stato ricoverato presso l’ospedale di Camposampiero per l’aggravarsi delle sue condizioni. A volte perdeva conoscenza, ma non perdeva la speranza.

Chi l’ha visitato ricorda la sua fermezza e serenità nella prova. Alla fine ha concluso la sua ricerca e ottenuto il premio. Ci lascia una grande eredità: l’esempio di un servizio diaconale svolto sul terreno difficile della malattia e della sofferenza.

Profilo biografico redatto da Roberto Crivellari, diacono permanente della Diocesi di Padova

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