10 anni indimenticabili!

Don Giampaolo Assiso, missionario fidei donum per 10 anni in Ecuador, racconta la sua esperienza

Don Giampaolo Assiso, missionario fidei donum per 10 anni in Ecuador, rientra in diocesi dopo 5 anni di servizio nella periferia della diocesi di Quito e altrettanti nella più recente esperienza missionaria della diocesi di Padova a San Jacinto de Yaguachi. Al suo arrivo scrive all’ufficio missionario diocesano.


10 anni di Ecuador non si possono dimenticare, anzi non si devono dimenticare. 

A quasi due mesi dal mio ritorno, non passa giorno che non mi ricordi della fantastica esperienza missionaria che ho vissuto in Ecuador, 5 anni nella città di Quito nella parrocchia periferica di San Lucas, 5 anni nella periferia di Guayaquil, nella città di Duran, come primo parroco della parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso nel quartiere dell’Arbolito.

Ciò che mi manca maggiormente sono i bambini. Anche se la nostalgia ancora non mi attanaglia, mi da tristezza andare per le strade italiane e non vedere, anzi non essere travolto dalle centinaia di bambini che vivono nelle strade dell’Ecuador ed in particolare dell’Arbolito, che schiamazzano, che ti salutano gridando, che ti abbracciano.

Ieri sera nel mio paese di Villa del Conte, c’è stato il palio delle contrade e c’era il gioco della mela, che consisteva nell’addentare alcune mele e portarle, senza usare le mani, da un secchio all’altro.

Al fischio che ha segnalato la fine del gioco, alcuni incaricati hanno raccolto tutte queste mele addentate e le hanno gettate nei bidoni della spazzatura.

Se fossimo stati in Ecuador, a quel fischio tutti i bambini presenti si sarebbero catapultati sulle mele e, anche se erano state addentate da qualcun altro, le avrebbero mangiate molto volentieri.

Di questi episodi durante il giorno ne vedo tanti e nel mio cuore è facile che nascano dei confronti, perché veramente sono venuto a vivere in un altro mondo, si tratta davvero di mondi molto diversi.

Però ora il Signore mi chiede di vivere qui, in questo mondo, nella parrocchia che il vescovo mi indicherà, senza dimenticare le indicazioni, le esperienze, le ricchezze che ho accumulato e vissuto nell’esperienza missionaria in America Latina.

Non posso tacere quello che ho visto e toccato con mano, anzi lo potrò annunciare con gioia a tutti, perché tutti siamo figli di Dio, figli di un unico Padre, anche se riceviamo di fatto un trattamento diverso.

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